Giorgio Ursicino
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di Giorgio Ursicino

F1, Pirro: «Hamilton e Verstappen due campioni straordinari. Lewis sfiora la perfezione»

Emanuele Pirro, commissario FIA per la F1 ed ex pilota di F1 e vincitore di 5 edizioni della 24 Ore di Le Mans
di Giorgio Ursicino
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Martedì 7 Dicembre 2021, 08:10 - Ultimo aggiornamento: 9 Dicembre, 18:33


Cinque volte primo alla 24 Ore di Le Mans. Ex pilota di F1 e, a lungo, collaudatore della stratosferica McLaren di Senna e Prost. Lui, sulla mitica pista di Suzuka, potrebbe correrci anche bendato. In più, è attuale commissario della Fia per i gran premi e quest’anno è stato operativo in più di qualche gara. In pochi come lui conoscono il motorsport dall’interno. Sia come realmente pensano i piloti quando indossano tuta e casco, oltre all’approccio che utilizza Michael Masi, il “direttore” di corsa. Emanuele Pirro, sessant’anni il prossimo 12 gennaio, ha ancora il fisico e la grinta di un ragazzo. Una competenza paragonabile nel calcio ad un mix fra Gianni Rivera e l’arbitro Collina. Chi più dell’ex pilota romano può leggere ed interpretate il gran premio di ieri così zeppo di eventi che hanno magistralmente miscelato spettacolo e confusione, show allo stato puro e manovre oltre il limite?

Monsieur Le Mans, non pensa che a Jeddah siamo andati un pochettino oltre?

«Non credo. Era una situazione al limite che poteva portare i protagonisti, caricati di tensione anche dai loro team, ad alzare così tanto il livello dello scontro. Siamo nel pieno del duello più appassionante e tirato che probabilmente ci sia mai stato in F1. Entrambi i protagonisti hanno un livello pazzesco, animano la scena da soli, fanno vedere cose impensabili. È una battaglia che vale la pena di essere vissuta».

Potrebbe essere la pista poco adatta ad aver contribuito a causare tutta quella confusione?

«Il nuovo tracciato in Arabia è bello e selettivo. È piaciuto ai piloti e questo è importante perché sono loro a preferire tracciati che generano emozioni e sono in grado di fare la differenza dal punto di vista della guida. Spesso i circuiti moderni sono stati criticati per le ampie vie di fuga che perdonano qualsiasi errore. Non possiamo lamentarci per una pista circondata da muretti. Certo, adesso i piloti hanno un approccio diverso, sfiorano sempre il limite. Ho visto manovre che dovevano generare per forza un contatto, ma nessuno si tira indietro».

La direzione di gara però non sembra in grado di seguire una F1 tanto veloce. Bisogna cambiare qualcosa?

«Dirigere venti scatenati che guidano a 300 all’ora su un imbuto d’asfalto non è facile.

Bisogna conoscere la complessità che c’è dietro. Nel nostro sport dobbiamo metabolizzare ancora la figura dell’arbitro che prima non c’era. Bisogna prendere esempio dal calcio. Nell’automobilismo prima i limiti erano stabiliti dal pericolo e si osava molto meno. Oggi, per fortuna, le auto sono diventate più sicure e con grande frequenza i commissari devono intervenire per dire ciò che è lecito e cosa è vietato. E i regolamenti diventano sempre più corposi...».

Verstappen è giovane e tutta questa pressione sembra l’abbia mandato in tilt?

«Niente affatto, Max sa sempre quello che fa. Tutte le manovre sono state volute anche se qualcuna era un po oltre i limiti. Guardate la gara. Le monoposto hanno regolarmente completato i 300 km e sono arrivate una dietro l’altra, staccando tutti come al solito. Vi garantisco che se anche solo uno per una frazione di secondo non avesse saputo bene quello che faceva sarebbe finita diversamente...».

Hamilton, però, sembra più corretto?

«Lewis è la perfezione. Un driver che ha raggiunto livelli inimmaginabili. Lui è sempre corretto, lo fa per se stesso, non deve dimostrare più nulla ad alcuno e questa è la sua forza. Avete visto come era sereno anche nei momenti più topici a Jeddah. Non si è certo sette volte campioni del mondo per caso».

Che Campionato si sta per concludere?

«Probabilmente il più bello. Due interpreti straordinari di questo sport che si presentano perfettamente appaiati dopo 21 durissime battaglie. Neanche nel miglior film si sarebbe potuto immaginare una sceneggiatura del genere».

Cosa accadrà domenica?

«I pronostici non sono graditi, figuriamoci in questo caso. Mi limito a guardare i fatti. Lewis ha vinto le ultime tre gare, è in uno stato di forma divino e la Mercedes, mi sembra, abbia riscavalcato la Red Bull...».
 

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