MilleRuote
di Giorgio Ursicino

Disastri ferroviari, la tecnologia delle auto può aiutare i treni

Disastri ferroviari, la tecnologia delle auto può aiutare i treni
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Venerdì 15 Luglio 2016, 15:57 - Ultimo aggiornamento: 18 Luglio, 16:45
Troppe volte è accaduto, forse non avverrà più. Che nel 2016 due treni si scontrino frontalmente in un paese tecnologico e industrialmente avanzato come l’Italia fa una certa rabbia. È vero, il binario era unico e il senso di marcia doppio, ma per evitare di dover assistere ancora una volta a un disastro ferroviario non è certo necessario raddoppiare i quasi due terzi di strade ferrate che attraversano la Penisola. Insostenibili sarebbero i costi. Lunghissimi i tempi di realizzazione. Esagerati e inutili i danni ambientali.

Gli stessi investimenti sarebbero mille volte più utili per la collettività se indirizzati nella sanità che negli ultimi tempi non ha sicuramente fatto dei passi in avanti. La rete a più di un binario è indispensabile dove il traffico è intenso, le persone e le merci da trasportare numerose, i convogli sui binari tanti. Nell’epoca in cui viviamo non è invece la soluzione per avere la quasi matematica certezza che gli incidenti fra convogli non avverranno più. Per centrare questo obiettivo che deve essere un obbligo per la politica e tutte le autorità competenti è sufficiente applicare i dispositivi tecnologici adeguati, non quelli in via di sperimentazione e sviluppo, ma quelli già disponibili. E sarebbe il caso di farlo il più rapidamente possibile.

Le Frecce e l’Alta Velocità sono avanti, la vita di centinaia di persone che viaggiano a 300 km/h non è certo affidata ad una telefonata fra casellanti e capostazione, ma l’intera rete direttamente gestita dalle FS è ormai dotata di una strumentazione che azzera l’errore umano e impedisce che due treni si avvicinino troppo fra loro, in qualsiasi circostanza. Per far questo sul resto dei binari, quelli simili a dove è avvenuta la tragedia Pugliese, serve del tempo e costi non indifferenti ma, in una fase transitoria, in attesa di centrare il target finale, potrebbero essere montati sui convogli e non sulla rete una serie di dispositivi che non danno certezze assolute, ma potrebbero essere di grande aiuto e non arriva una telefonata o i macchinisti sono magari un po’ distratti.

L’auto corre rapidamente verso la guida autonoma e sono già in vendita vetture in grado di viaggiare da sole anche se la legge prevede che ci sia sempre qualcuno al volante. Una parte di questi sistemi sono disponibile anche su modelli di classe media, o addirittura sulle citycar ad un costo di qualche centinaio di euro se non addirittura decine. Attraverso la app su uno smartphone si può sapere esattamente in che punto è il taxi o la vettura con autista che abbiamo chiamato, non è difficile fare in modo che su un treno si sappia che un altro di quelli nell’area (saranno decine e non migliaia è in avvicinamento).

Sulle vetture sono montate telecamere, radar e sensori (anche ad infrarossi che funzionano al buio), che si accorgono di tutto quello che accade intorno, a decine di metri distanza e, se serve, impartiscono al veicolo di frenare automaticamente. Le auto con la regolazione dei fari automatica si accorgono se sulla strada c’è una persona od un animale e reagiscono a seconda del caso (gli animali con la luce si bloccano, le persone scappano). Se sui convogli in Puglia ci fosse stato solo qualcuno di questi semplici dispositivi forse la tragedia poteva essere evitata e avrebbe potuto avere conseguenze meno devastanti. 
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