MilleRuote
di Giorgio Ursicino

Caso emissioni, l'Ue apre una precedura su Germania e altri sei Stati

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Sabato 10 Dicembre 2016, 09:15
Bruxelles dà un cartellino giallo ad alcuni paesi dell’Unione Europea. La Commissione ha infatti aperto una procedura di infrazione nei confronti di Germania, Gran Bretagna, Spagna, Lussemburgo, Repubblica Ceca, Grecia e Lituania per quanto è avvenuto con il caso emissioni dei motori diesel che lo scorso anno ha coinvolto la Volkswagen. Per i primi quattro paesi l’accusa è di avere effettuato omologazioni di veicoli del gruppo di Wolfsburg non accorgendosi del software alterato e, in seguito, di non aver erogato sanzioni nei confronti del costruttore come previsto dalle normative. Per gli altri tre, invece, il richiamo si riferisce al fatto che non sono mai state recepite le direttive dell’Ue per introdurre sanzioni nei confronti dei produttori di veicoli.

La Commissione fa un ulteriore richiamo a Berlino e Londra che si sono rifiutate di trasmettere i risultati sulle indagini a tappeto da loro effettuate sulle emissioni di NOx della maggior parte dei veicoli in vendita e in circolazione sul loro territorio. Bruxelles, tra l’altro, è ancora in attesa dei report di verifiche simili portate a termine dalle autorità competenti in Francia e in Italia. «Rispettare la legge è prima di tutto un dovere dei produttori di auto, ma le autorità nazionali nell’Ue devono assicurare che le regole vengano rispettate», ha dichiarato la commissaria al mercato interno Elzbieta Bienkowska. L’esponente della Commissione ha anche invitato gli stati membri e l’Europarlamento a trovare rapidamente un accordo sulla nuova procedura di omologazione più severa e più vicina al reale comportamento dei veicoli su strada che prevede anche un potere di supervisione della Commissione stessa per effettuare ispezioni a sorpresa ed erogare multe.

Secondo la Commissaria un gran numero di stati (fra cui il nostro) e una buona parte dell’Aula starebbero cercando di depotenziare la riforma. Ora i destinatari del richiamo hanno due mesi di tempo per rispondere alla lettera di messa in mora e replicare alle argomentazione addotte; in caso contrario la Commissione può decidere di inviare un parere motivato. Il Beuc, l’associazione dei consumatori europei ha chiaramente espresso soddisfazione per il passo effettuato dall’Ue.
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