Giorgio Ursicino
MilleRuote
di Giorgio Ursicino

Budget Cap, la Red Bull è salva: lo sforamento c'è, ma è "lieve", si attendono sanzioni leggere

I vertici del team Red Bull. Da sinistra Helmut Marko, Adrian Newey e Christian Horner
di Giorgio Ursicino
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Martedì 11 Ottobre 2022, 10:07 - Ultimo aggiornamento: 12 Ottobre, 12:06

Il pallone si sgonfia, tanto rumore per nulla. Ieri alle 17, dopo aver rinviato due volte una data già esageratamente tardiva, la FIA ha messo sul tavolo il report completo della prima indagine fatta dalla “Cost Cap Administration”. Gli esperti “commercialisti” hanno verificato con attenzione (lo credo bene, hanno avuto sei mesi di tempo...) la documentazione presentata da ciascuno dei dieci team sull’andamento economico della stagione 2021. Con il “doping finanziario” all’esordio, gli specialisti incaricati dalla Federazione si sono limitati a spulciare gli incartamenti presentati dalle squadre non facendo indagini mirate. Bene, a lavoro finito, solo un’equipe ha sforato il tetto, anche se questa è la vincitrice degli ultimi due Mondiali Piloti, compreso quello, fresco fresco, assegnato domenica.

Due titoli che dipendono fortemente dalle spese sostenute l’anno scorso. Al momento, niente di più. Adesso bisognerà attendere le decisioni del “Cost Cap Adjucation Panel”, un organo molto complesso, di cui fanno parte anche i rappresentanti delle scuderie, per conoscere l’entità della pena.

Secondo la FIA la Red Bull ha superato i vincoli di spesa per “minor overspend breaches”, cioè una “lieve violazione”. In questa categoria rientrano tutte le infrazioni che non superano il 5%. Il primo a brindare, ancora una volta, è Verstappen cui non dovrebbero essere comminate penalizzazioni di punteggio, quindi i Campionati in bacheca sono salvi.

Ancora una volta, il beffato è Hamilton che vede il rivale ricevere un secondo regalo con tanto di timbro federale. Anche la Ferrari, infatti, sostiene a spada tratta che bastano centinaia di migliaia di dollari, e non milioni, per scompaginare una situazione di sostanziale parità. Un boccone amaro per la Mercedes che Maranello spera si trasformi in un vantaggio per il 2023. Oltre alla pene pecuniarie, che però non contano nulla, potrebbe scattare la penalizzazione sullo sviluppo fondamentale per la prossima stagione. 

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