MilleRuote
di Giorgio Ursicino

Addio a Carlo Riva, l'ingegnere della Dolce Vita sull'acqua

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Giovedì 13 Aprile 2017, 16:31
Non era certo un tipo che faceva le cose per caso e, anche per andarsene, ha scelto un giorno speciale. Nella vicina Milano aveva da poco spento i riflettori la “Design Week”, una settimana di eventi che, ruotando intorno al “Salone del Mobile”, trasforma il capoluogo lombardo nella capitale mondiale dello stile e dell’eleganza. Nella non lontana Genova sarebbe iniziata poco dopo la conferenza di presentazione del prossimo Salone della Nautica. È in quel breve intervallo che il mitico ingegnere Carlo Riva ha deciso di lasciare questa terra dopo aver da poche settimane festeggiato il 95° compleanno.

Rampollo di una famosa dinasty Carlo era nato a Sarnico sul Lago d’Iseo il 24 febbraio del 1922 e nella casa sull’amato Lago ha vissuto i suoi ultimi giorni. Apprendendo la notizia in diretta non ci ha pensato a lungo la presidentessa dell’Ucina Carla Demaria a intitolare l’edizione numero 57 della rassegna del mare che aprirà il 21 settembre all’uomo che ha dedicato la vita alle barche diventandone un simbolo assoluto ben oltre i confini del Belpaese. Sotto la sua guida l’azienda di famiglia ha fatto il salto di qualità; cavalcando il boom economico e le prime avvisaglie che il mondo sarebbe diventato un villaggio globale ha cambiato direzione diventando un’eccellenza planetaria per classe e prestazioni, qualità e tecnologia.

Un uomo che conosceva la tecnica e sapeva come interpretarla con raffinata esclusività. E insieme ad altre forti personalità di quel periodo come Gianni Agnelli e Leopoldo Pirelli si trasformò in un formidabile testimonial di tutto il made in Italy. Come avveniva per le gran turismo Ferrari c’era la fila per acquistare i motoscafi in legno griffati Riva tanto che il brand accompagnò nelle più esclusive marine gli affascinanti anni della Dolce Vita: la Vespa sfrecciava in città, l’Aquarama faceva girare la testa nei porti.

Certo Carlo non aveva iniziato da zero, era un pronipote d’arte e quando il bisnonno Pietro era già un riferimento del settore Henry Ford e Armand Peugeot non avevano ancora pensato a produrre auto. Il maestro d’ascia Pietro aveva aperto il suo cantiere arrivando da Laglio nel 1842. Su Sarnico si scatenò un Fortunale che mise ko le barche dei pescatori e Riva sfoggiò talento e volontà rimettendo in sesto la piccola flotta e guadagnandosi la fiducia dell’intero borgo. Dopo Pietro toccò al figlio Ernesto che intuì la rivoluzione che avrebbe accompagnato il motore a scoppio e iniziò a costruire barconi che solcavano il Lago per trasportare merci e passeggeri.

Finita la Grande Guerra è Serafino l’erede di Ernesto ha far crescere ancora la dinastia. Il nuovo timoniere ha l’intuizione di affiancare alle imbarcazioni da lavoro quelle da competizione e i cantieri Riva fra gli anni Venti e Trenta conquistano competizioni e record internazionali. Carlo Riva scende in acqua negli anni Cinquanta e, con grande naturalezza, alza ancora l’asticella miscelando lusso e performance con inarrivabile abilità. È in questa fase che i motoscafi Riva sbaragliano il campo, si tirano fuori dal mercato, galleggiano senza concorrenza.

Pulizia del design, qualità dei materiali, cura delle finiture, Riva è la Rolls delle onde, ma ha la personalità di una Rossa di Maranello e per questo che Carlo Riva viene anche definito l’Enzo Ferrari della Motonautica. L’insuperabile Aquarama è del 1962, ma sono famosi in tutti i continenti anche l’Ariston, il Tritone, il Sebino, il Florida. Paparazzate su questi gioielli le donne più belle del mondo, le stelle del jetset: da Brigitte Bardot a Liz Taylor, da Sophia Loren alla Principessa di Monaco. Staccano invece l’assegno senza sognarsi di chiedere lo sconto autentiche celebrità come gli attori Belmondo, Burton e Connery e il tre volte campione di F1 Stewart: avere in Riva in garage è una libidine con pochi uguali.

Dal 1956 Carlo collabora con l’architetto Giorgio Barilani che diventa capo della progettazione nel 1970 e mantiene la carica per un quarto di secolo. Carlo Riva, però, aveva già passato la mano, nel 1969, in un clima di lotte sindacali, vende l’azienda agli americani, due anni dopo lascia anche le cariche di presidente e direttore generale per iniziare la sua nuova avventura in Riviera facendo nascere a Rapallo il primo porto turistico della Penisola. La continuità in azienda è affidata a Gino Gervasoni che aveva sposato la sorella di Carlo. Nel nuovo Millennio il brand entra nel Gruppo Ferretti.

«L’ingegnere ha insegnato a tutti noi cosa significa visione, creatività e passione. La sua inesauribile energia creativa ne fa l’indiscusso maestro della nautica del Ventesimo secolo, un uomo le cui straordinarie creazioni appartengono già alla storia», ha dichiarato l’ad del Ferretti Group Alberto Galassi. Il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni ha aggiunto: «Re dei cantieri e ideatore di un vero e proprio stile, ne ricorderemo non solo le capacità, ma anche l’eleganza e il gusto».
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