Lampi
di Riccardo De Palo

Steve Jobs immigrato a Calais: fa discutere il nuovo graffito di Banksy

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Mercoledì 30 Dicembre 2015, 16:38 - Ultimo aggiornamento: 12 Dicembre, 13:29
Pochi temi sono percepiti come “sensibili” come l’immigrazione. Le emergenze attuali sono, principalmente, due: i rifugiati (principalmente siriani ed eritrei) che arrivano per motivi politici e i migranti africani in fuga da povertà e sottosviuppo. Nel primo caso, si avverte il pericolo dell’infiltrazione di elementi jihadisti; nel secondo si teme (da parte di molti) una vera e propria colonizzazione culturale. Comunque la pensiate, gli immigrati sono una ricchezza. Se n'è accorta la cancelliera Angela Merkel (che proprio per questo potrebbe perdere le prossime elezioni malgrado la nomina come "persona dell'anno da parte del settimanale Time) e se ne sono accorti altri, come il premier canadese (il fotogenico Justin Trudeau) che ha voluto accogliere personalmente i profughi siriani fatti arrivare a Toronto con uno speciale volo militare. Anche noi italiani eravamo immigrati (e oggi lo stiamo ridiventando, per ragioni economiche) e abbiamo fatto la fortuna dell’America: era italiano il sindaco di New York Fiorello Laguardia, ma è di origini italiane anche Rudolph Giuliani, che più di recente ha ricoperto il medesimo posto. Vengono dal cosiddetto Belpaese anche Nancy Pelosi, Geraldine Ferraro, donne che hanno ricoperto in politica posizioni di primo piano; e sono noti i casi dell’inventore del telefono Antonio Meucci, dello scopritore del virus dell’AIds Robert Gallo, del Nobel per l’economia Franco Modigliani; così come non si può dimenticare i grandi del cinema a stelle strisce, di origini italiane, da Quentin Tarantino a  Martin Scorsese, da Frank Capra ad Al Pacino.
Gli Stati Uniti devono la loro ricchezza anche a tantissimi altri immigrati da altri Paesi. I Kennedy sono di origine irlandese; lo stesso Obama è per metà africano.

Eppure, la diffidenza è tanta. Ancora paura dei siriani? Il graffitaro più famoso del mondo, il britannico Banksy, ha dedicato al tema uno dei suoi disegni più memorabili. E lo ha fatto comparire proprio a Calais, dove si ammassano i rifugiati che cercano di raggiungere il Regno Unito. Vi si vede Steve Jobs, con un sacco in spalla e un vecchio computer mac. Un modo per ricordare che il guru di Apple era nato da un padre siriano, prima di essere adottato.  «Apple - ha dichiarato Banksy - paga più di 7 miliardi di tasse all'anno ed esiste soltanto perché ha accolto un giovane arrivato da Homs».






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