Riccardo De Palo
Lampi
di Riccardo De Palo

«Guardate, sono in cielo». L'ultima canzone-testamento di Bowie che racconta la sua lotta contro la malattia

di Riccardo De Palo
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Lunedì 11 Gennaio 2016, 14:20 - Ultimo aggiornamento: 13 Gennaio, 10:58

 
«Look up here, I’m in heaven». Guarda quassù, sono in cielo. Fa impressione, il giorno in cui la notizia della morte di David Bowie fa il giro del mondo, ascoltare lo stesso Duca Bianco cantare, in un certo senso, dall'Oltretomba. Il suo ultimo video, Lazarus, è impressionante. La canzone sembra scritta sapendo che i suoi fan l'avrebbero ascoltata dopo la sua scomparsa. «I’ve got scars that can’t be seen/ I’ve got drama, can’t be stolen/ Everybody knows me now...» Difficile non pensare, con quelle "ferite che non si possono vedere", come canta Bowie, al tumore che l'ha portato via, dopo una lunga malattia. 19 mesi in cui il più colto e sofisticato divo del rock ha vissuto sapendo di dover lasciare una traccia, un testamento. Nel video è disteso in un letto d'ospedale. Gli occhi bendati, il corpo che si tende ma non riesce ad alzarsi, come invece dovrebbe poter fare il Lazzaro a cui rimanda il titolo. 
«Look up here, man, I’m in danger/ I’ve got nothing left to lose». Guardate quassù, sono in pericolo, non ho più niente da perdere.  «I’m so high it makes my brain whirl». Sono così in alto che mi gira la testa (ma "high" vuol dire anche "fatto" di droga: è forse un'allusione ai farmaci? )
«You know, I’ll be free / Just like that bluebird / Now ain’t that just like me». Sapete, sarò libero. Proprio come quell'uccello azzurro. Non è proprio una cosa da me... 
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