Riccardo De Palo
Lampi
di Riccardo De Palo

Gli audiolibri ora si ascoltano: il boom è inaudito

Iaia Forte in studio di registrazione (foto Joyce Hueting/Emons)
di Riccardo De Palo
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Venerdì 1 Novembre 2019, 14:25 - Ultimo aggiornamento: 14:29
Viviamo connessi. Abbiamo costantemente gli auricolari accesi. E armeggiamo in ogni momento con lo smartphone. Ma non soltanto per ascoltare musica. Sempre più spesso, il ragazzo seduto accanto a noi in metropolitana, o la bellissima atleta che ci sfreccia accanto per pochi istanti correndo, nel parco cittadino, non sta apprezzando una playlist rap su Spotify, ma sta ascoltando il podcast preferito o - quale inaudita bizzarria - un libro. I numeri del fenomeno non lasciano dubbi. Il 14% degli italiani maggiorenni - circa 2,7 milioni di persone - è fruitore abituale di questo tipo di intrattenimento, e il 34% lo conosce bene, secondo gli ultimi dati Nielsen relativi al mercato dei podcast nel 2018. 

IL CATALOGO
E soprattutto gli audiolibri stanno conoscendo una crescita esponenziale. «Da due o tre anni - dice Sergio Polimene, direttore editoriale di Emons Edizioni, casa editrice indipendente italiana fondata da equipe italotedesca da dodici anni presente anche in Italia - il mercato ha avuto una crescita enorme». Merito, anche e soprattutto, «dell'avvento di grandi portali multinazionali come Audible e Storytel che, trovando terreno fertile, e quindi produzioni di qualità, hanno potuto da subito presentare un catalogo degno» investendo massicciamente in promozione. La formula stile Netflix, con abbonamento mensile, ha fatto il resto. 

Emons è un editore tradizionale, che pubblica anche libri, e quindi è presente in libreria con i cd (supporto ormai in disuso): «In Italia il mercato dell'audiolibro fisico è il 16 per cento del totale, per noi è il 40», dice Polimene. Anche altre aziende stanno ora cercando di cavalcare il fenomeno: il gruppo Gems attraverso Salani, Mondadori, Giunti. Senza contare che Audible (e cioè Amazon) e Storytel producono titoli a loro volta, oltre che distribuirli. 

Emons è un marchio che punta su «grandi autori letti da grandi attori», famoso per la serie dedicata a Simenon e Maigret. «Gli utenti che si affacciano sul mercato - dice il direttore editoriale - guardano quello che c'è, non cercano i nuovi titoli; così spesso le scelte cadono su vecchie registrazioni, e accade che Paolo Poli che legge I promessi sposi, Tommaso Ragno alle prese con Il nome della rosa, Elena Ferrante declamata da Anna Bonaiuto, diventino i primi in classifica». 

Il fenomeno è tale che oggi, in Europa, stiamo inseguendo i Paesi che tradizionalmente ascoltano audiolibri, a partire dalla Germania, la Polonia e il Regno Unito: «Parliamo di numeri da venti a cento volte superiori ai nostri, ma tra i paesi del sud del Mediterraneo l'Italia ha il tasso di crescita più alto». Difficile ottenere i dati dei download, comprensivi di almeno cinque o sei piattaforme diverse; il digitale è fatto per il 70 per cento di abbonamenti all you can listen; «sappiamo però che in Italia l'audiolibro si avvia a essere più o meno il 4% dell'intero comparto editoria. Cinque anni fa era l'uno per cento». 

Il successo dell'audiolibro sarà celebrato dall'8 al 10 novembre, al palazzo WeGil di Roma: la rassegna Libri per le tue orecchie vedrà la partecipazione di attori come Massimo Popolizio, Iaia Forte, Neri Marcoré; e scrittori del calibro di Francesco Piccolo e Melania Mazzucco.

LE SERIE
Gli audiolibri sono romanzi che vengono letti, mentre i podcast sono scritti solo a questo scopo, e «hanno ancora un mercato ristretto rispetto agli audiolibri. Ma vanno bene anche le serie di podcast su argomenti definiti, come le inchieste giudiziarie». Spesso, molti scrittori scelgono direttamente la forma del podcast; lo hanno fatto, tra tanti, Bret Easton Ellis e André Aciman.

Viene in mente la vecchia distinzione di Marshall McLuhan tra medium freddi (la tv, che non richiede particolare attenzione) e caldi (la radio, che richiede dedizione assoluta); ma un esperto come Jonathan Zenti, vincitore del Skylarking Award al Third Coast Audio Festival (gli Oscar della radio), che ha appena lanciato la sua serie podcast Problemi su Spotify, trova che la distinzione sia ormai superata: «McLuhan diceva così cinquant'anni fa, mentre oggi tutta la tecnologia che si basa sull'on demand ha sfondato un altro fronte». Ai tempi del grande massmediologo, l'utenza subiva una proposta, e decideva soltanto se accendere o meno la radio; oggi, invece, «l'ascoltatore è il protagonista dell'audio che ascolta». Persino la cosiddetta radio di flusso, i network radiofonici che vanno in onda 24 ore su 24, dice Zenti, «è costretta a fare i conti con quello che vuole l'ipotetico utente»: con i podcast «sono gli ascoltatori a creare il proprio palinsesto». Molti fruitori di audiolibri sono lettori forti che cercano nuove occasioni per leggere, mentre corrono, cucinano, vanno in bibicletta. Ma il mercato va a pescare anche tra i giovani digitali, nel pubblico delle serie tv; così, come ci sono persone che non riescono a staccarsi da una trama tv per giorni - il cosiddetto binge watching - anche gli audiolibri della serie Maigret creano casi di ascoltatori compulsivi.

Un vero fenomeno, nel campo del podcast, è la serie americana Ear Hustle, in cui si racconta la vita quotidiana nel carcere di San Quintino. Un successo dovuto all'intuito di un'artista, Nigel Poor, che ha coinvolto il detenuto Earlonne Woods in un progetto diventato virale, in cui con una buona dose di umorismo si raccontavano i segreti delle gang, la rana o il ragno diventati animali di compagnia dei carcerati. Tutto vero, non come certe serie tv, vedi Orange is the New Black. Poor, protagonista insieme a Woods dell'ultimo festival della rivista Internazionale, a Ferrara, ci racconta al telefono di avere cominciato a lavorare come volontaria nel 2012 nella prigione di San Quintino: «Organizzavo corsi di fotografia; poi nel 2016 è partito il progetto Ear Hustle: è pazzesco, non ci immaginavamo che sarebbe diventato così popolare. Siamo andati avanti per quattro stagioni».

DA CARCERATO A STAR
Woods ci spiega come è stato arrestato nel 1997, e condannato a 31 anni per tentata rapina a mano armata: «In California al terzo crimine vieni punito severamente. Quando mi hanno fermato avevo 27 anni; poi, nel 2012, ho incontrato Nigel: intervistava le persone in prigione, andavamo in radio, c'erano ancora poche persone coinvolte. Con il podcast, cominciammo a cercare storie, personaggi memorabili. Che sorpresa è stato scoprire quanto seguito abbiamo avuto, negli Stati Uniti e nel mondo: quasi trenta milioni di download». Il successo ha permesso a Woods di uscire di galera: da pochi mesi la sentenza che lo riguarda è stata commutata in libertà condizionale dal governatore della California, Jerry Brown.
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