Lampi
di Riccardo De Palo

Street art, capitalismo e libertà. Apre la grande mostra romana su Banksy

Street art, capitalismo e libertà. Apre la grande mostra romana su Banksy
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Lunedì 23 Maggio 2016, 14:50 - Ultimo aggiornamento: 31 Maggio, 14:38
L’artista noto come Banksy, e il cui nome è stato di recente svelato (e non smentito), rabbrividisce ogni volta che sente parlare del vil denaro. Ragion per cui, a puro scopo di sostentamento, ogni tanto organizza - come se fossero dei flashmob - aste delle sue stampe, a prezzo contenutissimo; salvo poi infuriarsi quando quelle opere finiscono - con quotazioni altissime - nelle grandi gallerie mondiali e nelle case di collezionisti. Bene, quell’artista non è "associato né coinvolto" nell'allestimento di una delle più grandi mostre in suo onore, “Guerra capitalismo e libertà” - dal 24 maggio al 4 settempre a Palazzo Cipolla. Naturalmente ne è stato messo - indirettamente - al corrente; ma difficilmente si sarebbe potuto fare diversamente. In altre occasioni ha posto richieste difficili da sostenere (vedi l’elefante vivo e interamente dipinto per l’esposizione di Los Angeles). La mostra, a cura della Fondazione Terzo Pilastro Italia e Mediterraneo di Emmanuele F.M. Emanuele, curata da Stefano Antonelli, Francesca Mezzano e Acoris Andipa, presenta una grande maggioranza (appunto) di stampe, che ritraggono i temi a lui cari e tante volte apparsi nelle strade della Gran Bretagna e del mondo. C’è il carrello del supermercato preso a bersaglio da selvaggi nella savana; c’è la bambina con il palloncino a forma di cuore che vola via; e poi i disegni che prendono a bersaglio le forze armate, le polizie di mezzo mondo, le telecamere di sorveglianza che riprendono senza sosta le noster vite. Ma ci sono anche oggetti dipinti, un autoritratto per forza di cose sibillino (e di proprietà di un fantomatico “non-anus collector” australiano, come recita la didascalia). Immagini iconiche, come dicono i colti, e di forte richiamo, per una mostra che avrà sicuramente grande successo. Ma Banksy avrà apprezzato?  “L’arte che noi vediamo è l’arte di pochi - ha detto lo street artist in una rara intervista -  un piccolo gruppo che crea, promuove, mette in mostra e decide cosa deve avere successo. Solo poche centinaia di persone nel mondo hanno voce in capitolo. Quanto entri in una galleria d’arte, sei soltano un turista che osserva i trofei di pochi milionari”. Chissà se stavolta farà capolino in via del Corso, come un turista in cerca di se stesso.

 
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