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di Laura Bogliolo

Roma e quel sorriso preso a picconate

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Sabato 3 Novembre 2018, 19:11
Un sorriso preso a picconate dalla Roma incapace di andare oltre per osservare la bellezza. E' accaduto in via Giolitti, tra l'Esquilino e il quartiere San Lorenzo, quello dove ha perso la vita la povera Desirée. Sotto una struttura riparata dalla pioggia, c'era un'opera da un anno circa la cui immagine ha fatto il giro del mondo: il sorriso sotto i baffi, i capelli bianchi, lo sguardo curioso. Mauro Sgarbi, street artist, aveva dedicato un murale a Gaetano.

“E' un venditore ambulante che con la sua bancarella sta lì sotto da più di 40 anni - racconta Mauro - È una persona bella, sempre sorridente nonostante tutto e per questo decisi di dedicargli quel ritratto, fu un regalo enorme per lui”.

La sua foto, racconta l'artista, da allora fece il giro del mondo anche grazie ai social network, tanto che scrivono a Gaetano da ogni angolo del pianeta. Insomma, quel signore e il suo ritratto su quel muro sono diventati un'attrazione turistica, tanto che molti stranieri appassionati di street art, in visita a Roma, passano proprio in via Giolitti ad ammirare l'opera.

“Era orgoglioso e mi diceva che non aveva mai ricevuto un regalo così grande” dice Sgarbi, che tra le altre cose ha ideato “Street Art per Amatrice”.

Una bella storia, insomma, che però si è interrotta il primo novembre.


Sgarbi ha ricevuto una telefonata da Gaetano: “Mi hanno cancellato gli occhi....hanno preso a picconate il nostro murale”. Qualcuno all'inizio ha pensato che potesse essere stato il maltempo a rovinare l'opera. “Avevo anche io qualche dubbio, ma dopo aver fatto un sopralluogo ho capito che si trattava proprio di picconate, martellate” racconta l'artista. La bella storia, così come il brutto epilogo stanno raccogliendo molta attenzione sui social. Sgarbi e tanti altri sono convinti che l'opera sia stata presa a picconate.

“Gaetano – dice Sgarbi - dopotutto mi ha raccontato: “Tempo fa mi hanno detto che un barbone come me non meritava un murale per strada...”.

 
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