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di Laura Bogliolo

Pokémon Go, confessioni di una zia (quasi nerd)

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Domenica 31 Luglio 2016, 00:42 - Ultimo aggiornamento: 1 Agosto, 14:02
Sciopero dei mezzi pubblici, metro chiusa, prendi al volo un bus. Non conosci bene il percorso, Google Maps ti aiuta. Accanto a me due ragazze (neanche tanto giovani). Credevo stessero anche loro in preda al solito panico metropolitano quando lo sciopero attanaglia Roma. Pensavo stessero usando Google Maps. Invece, sullo smartphone della mia vicina vedo apparire un animaletto sul poggiamano dove si sorreggeva un anziano. La ragazza in piena frenesia ha tentato di catturarlo scaraventando con violenza una sfera sul piccolo mostro. Pokémon Go-storie nella Capitale. Qualcuno mi ha chiesto in cosa consista questo gioco, diventato un'epidemia ludica in tutto il mondo. Ho tentato di  spiegarlo. L'interlocutore mi ha guardata basito mentre spiegavo l'intreccio tra realtà virtuale e reale, innesto che mi ha sempre affascinata. Inutile voltare lo sguardo dall'altra parte. Pokémon Go è un fenomeno epidemiologico e chissà per quanto resterà tale. Immersi, giovani e grandi, di ogni ceto sociale, in un mondo ludico a volte divertente, a volte pericoloso. Carpiti dal virtuale. Per sfuggire, magari, a qualcosa nella realtà che proprio non ci piace. A me impressiona la potenza di questo gioco: nel bene e nel male. 

PARODIE E RISCHI - C'è sicuramente l'effetto ironico, le parodie che si diffondono sul web e conquistano oltre due milioni di visualizzazioni. Perché è ovvio: è buffo vedere in giro per le strade "allenatori" frenetici che scorrazzano lungo le strade a caccia di un obiettivo per noi "umani" invisibile ed esultano come se avessero ricevuto la notizia di una vincita alla lotteria. Buffo ancora di più se uno dei protagonisti è un signore canuto e distinto che nella pausa pranzo si apposta in un angolo sotto il sole con l'indice impazzito mentre cerca di lanciare la sfera acchiappa-pokemon (mi è accaduto anche questo). Poi ci sono le voci sui Pokémon introvabili, quel tam tam sul web che fa ritrovare migliaia di persone a Central Park o a Nagoya in Giappone. Tante altre notizie che parlano purtroppo di incidenti o di rapine per colpa del gioco. Una mania che può nascondere insidie. 

SUL BUS - A mio parere (ma la cosa è personalissima) la parodia sul web più simpatica è "Chardonnay Go": Dena Blizzard, attrice e mamma americana va a caccia di un bicchiere di Chardonnay...Ce ne sono tante altre: si resuscita anche Mr Bean. Ultimamente a Roma un Pokémon è apparso al Quirinale, mentre dei ragazzini hanno fatto catturare un ladro di motorini durante una caccia notturna ai mostricciattoli. Restiamo nella realtà romana: su siti specializzati consigliano di fare tour in bus per cercare i pokemon ("le uova si schiudono prima..."; "ci sono le prese per caricare il cellulare"). Consigli poco utili in una Roma dove si sciopera spesso, i bus sono accaldati e affollati. Per non parlare delle prese elettriche.... 

I MISTERI - Ci sono poi i grandi misteri: chi posiziona i Pokémon? Si parla di un algoritmo. Succede così che i piccoli-mostri siano apparsi nel parco della Memoria di Hiroshima in Giappone, nel cimitero militare di Arlington e vicino il museo della memoria dell'Olocausto, negli Usa. Il Giappone ha già protestato chiedendone la rimozione. I Pokèmon al museo dell'Olocausto sono stati già azzerati. Nintendo e Niantic hanno promesso di non farli apparire in “luoghi sensibili” e di cancellarli in base alle richieste che possono essere fatte con un modulo online (ma in quanto tempo verranno accettate le richieste non è chiaro). In Germania proteste per i Pokémon che appaiono vicino alle caserme e che fanno radunare decine di giocatori. Secondo Berlino, spie potrebbero spacciarsi per "allenatori" e carpire informazioni. 

GLI SVILUPPI - In Canada molti musei che si sono trasformati a loro insaputa in PokéStop hanno accettato di buon grado l'idea e tentato di sfruttarla dal punto di vista commerciale. Il Fredericton Region Museum ha fatto offerte sui biglietti agli allenatori e sta pensando di installare stazioni per ricaricare i cellulari (l'app mangia molte batterie), il Canadian Museum of Nature ha organizzato addirittura un party il 21 luglio. Anche il Mibact ha esultato quando è apparso un Charmander agli Uffizi e ha twittato l'immagine del Pokémon nella galleria. 

LA "CURA" - Dieci chilometri al giorno, otto chili persi, scarpe da trekking un'auto affittata per la caccia, qualche centinaia di euro spesi. Sembrano essere questi i segreti per smettere di giocare a Pokémon Go. Non perché sia stato appurato essere una cura disintossicante. Nick Johnson, 28 anni, ha smesso perché ha finito il gioco. E' riuscito a trovare i 142 mostri disponibili negli Usa. Intervistato da Ibtimes ha spiegato che tra gli effetti positivi del gioco c'è stato quello di aver potuto incontrare e conoscere tante persone. In Nuova Zelanda Tom Currie, giovane barman, ha mollato tutto (anche il lavoro) per mettersi alla ricerca dei Pokémon. 

LA MAPPA - Ho scoperto (mi scuseranno gli allenatori appassionati) che esiste un'app ma anche un sito (www.pokeradar.io) per localizzare i Pokémon in tutto il mondo (mappa creata dagli utenti, quindi attenti alle trappole). Ecco le sorprese: la prima (personalissima) ci sono due Pokémon proprio sotto casa mia che mi aspettano ogni sera per farmi sentire meno sola. E io neanche lo sapevo.
La seconda (in me suscita suggestione) Pokémon Go ha raggiunto anche l'Isola di Pasqua, uno dei luoghi più isolati al mondo. 

(confessione: non ho ancora scaricato Pokémon Go per motivi di "autotutela". So che impazzirei come tutti gli altri allenatori. Per ora mi limito a veder giocare mio nipote...e a resistere – non sempre – a strappargli di mano lo smartphone per giocare)


 

Le parodie
Chardonnay Go




Mr Bean
  Uno degli youtubers più famosi al mondo a caccia di Pokémon (oltre due milioni le visite)

Ancora parodie


Parodia made in Italy
 


Il Mibact twitta l'avvistamento di un Pokemon nella Galleria degli Uffizi
   
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