Corri Italia, corri
di Luca Cifoni

Una proroga a me e una a te, lo scambio che uccide il Paese

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Sabato 21 Febbraio 2015, 18:36 - Ultimo aggiornamento: 15 Febbraio, 08:17
Per il famigerato "decreto milleproroghe" non c'è rottamazione che tenga. Di questo provvedimento che tutti i governi adottano a ogni fine anno (e a volte anche a giugno) ci eravamo già occupati a inizio 2008 e poi un anno dopo. Tra le "chicche" segnalate, in particolare nel secondo post, il continuo rinvio dell'entrata in vigore della normativa anti incendio per gli alberghi adottata nel lontano 1994. Beh siamo al 2015 e il Milleproroghe in via di approvazione, indovinate, contiene ancora una proroga per questa materia, dal 30 aprile al al 31 ottobre. Tiziano Arlotti, deputato del Pd riminese e primo firmatario dell'emendamento, garantisce - con involontario effetto comico - che sarà l'ultima, come la famosa sigaretta di Zeno.   Di proroghe ce ne sono tante altre, quasi tutte sollecitate da categorie e e gruppi di pressione vari. Ad esempio i Comuni: sono riusciti ad ottenere tra le altre cose lo slittamento al 31 ottobre dell'obbligo - per quelli non capoluogo di Provincia - di aggregarsi in centrali di acquisto ai fini della ben nota spending review. La relativa norma era stata introdotta dal governo Monti tre anni fa e poi rilanciata da Carlo Cottarelli: se ne riparlerà in autunno, sempre che non intervenga un nuovo rinvio. E zitti zitti i partiti politici  hanno inserito lo slittamento di due mesi, per giunta con effetto retroattivo, dei termini entro i quali avrebbero dovuto presentare i propri rendiconti e fare domanda per percepire le somme che i contribuenti indicano per loro (molto poco in verità) nella dichiarazione dei redditi. Ecco, il punto forse è proprio questo. Il sistema non funziona sul normale rispetto dei tempi e delle regole, con le relative sanzioni, ma consente a chi riesce ad avere voce in Parlamento, che siano albergatori, associazione dei Comuni, o naturalmente le stesse forze politiche, di aggiustare le cose in base alle proprie esigenze. Una proroga a me, una a te: ce n'è per tutti, meno che per il cittadino comune, non organizzato in lobby, il quale invece le sue scadenze le deve rispettare.
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