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di Luca Cifoni

Tassare i robot per salvare le entrate fiscali?

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Mercoledì 19 Settembre 2018, 13:24 - Ultimo aggiornamento: 13:33
Il dibattito è in corso da tempo: che effetti avrà sul lavoro umano la crescente diffusione degli automi nei processi industriali? La preoccupazione per l'impatto della tecnologia ha portato tra le altre cose ad ipotizzare l'imposizione di una tassa sui robot: una parte delle risorse - è il ragionamento sottostante - potrebbe essere destinata a forme di sostegno per i potenziali disoccupati o per le persone comunque costrette a ridurre l'orario di lavoro.

Ma il problema potrebbe essere anche più impellente. Come evidenziato in uno studio della ricercatrice Germana Bottone appena pubblicato sul sito del Dipartimento delle Finanze, l'eventuale contrazione del lavoro umano avrebbe di per sé conseguenze piuttosto dirette sulle entrate fiscali. Questo vale per i Paesi occidentali ma in particolare per l'Italia, dove la percentuale del gettito totale che deriva dal reddito da lavoro tocca il 73 per cento, mentre la tassazione del reddito di impresa produce una quota del 17. Dunque accanto alla lotta all'evasione fiscale, prevedere nuove imposte potrebbe essere una soluzione inevitabile per un governo che non intenda rinunciare ad una quota di entrate.

Le forme di prelievo sull'attività dai robot, ipotizzate nella letteratura intrenazionale e passate in rassegna nello studio, sono parecchie: si va da un'imposizione diretta (aggiuntiva) sulle imprese che usano questa tecnologia alla tassazione sul virtuale compenso che avrebbero i robot in quanto sostituti degli esseri umani.
 
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