Corri Italia, corri
di Luca Cifoni

Se all'estero l'esattore è più flessibile

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Venerdì 13 Dicembre 2013, 19:56
Il sistema di riscossione delle imposte, ed in particolare l'attività di Equitalia, sono tuttora al centro di polemiche e recriminazioni. Un modo ragioneveole di affrontare la questione può essere allora confrontare la nostra esperienza con quella di altri Paesi. È il compito che si è prefisso un gruppo di ricerca formato da esperti della Luiss, della Fondazione Visentini e dell'Abi, con lo studio Tax collection in the European Union.

Molto sommariamente, il risultato è che i meccanismi italiani, a differenza di una ventina di anni fa, appaiono piuttosto comparabili a quelli di Francia, Spagna, Germania e Regno Unito. In particolare perché dopo la riforma del 2006, da cui è nata Equitalia, anche il nostro è un sistema pubblico (questo aspetto dovrebbe far riflettere chi in tempi recenti ha vagheggiato il ricorso a soggetti privati o comunque misti quali alternative "dal volto umano"a Equitalia). Ci sono altri importanti punti di contatto, come l'obbligatorietà della riscossione e il fatto che l'accertamento sia immediatamente esecutivo.

Ma ci sono anche differenze: nei tempi, che altrove sono più brevi e nel fatto che all'estero le amministrazioni dispongano di maggiori poteri discrezionali, che consentono loro di graduare la propria azione alle diverse situazioni concrete. Infine, un'altra differenza rilevante è nel finanziamento del servizio di riscossione: l'Italia è l'unico Paese in cui il costo è posto a carico del debitore moroso (attraverso l'aggio)  invece che della generalità dei contribuenti. Ma questo potrebbe non essere un punto a nostro sfavore.
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