Può darsi che in parte questo esito dipenda dal tipo di intervento, che ha natura per lo più organizzativa, senza ridisegnare la struttura di fondo del sistema di istruzione. Magari era troppo attendersi il livello di coinvolgimento che accompagnò la nascita della scuola media unica negli anni Sessanta o i decreti delegati del decennio successivo. Però stavolta il confronto è andato avanti per lo più a base di slogan, con momenti anche caricaturali. Non si sono sforzati particolarmente coloro che contestano il provvedimento, per lo più appiattiti su formule logore e buone per tutte le occasioni. Anche il governo però ci ha messo del suo, guidato per lo più da preoccupazioni politico-elettorali. La storia raccontata dal premier della maestra del paese che una volta sì che era rispettata, come il farmacista e il maresciallo dei carabinieri, forse può risultare evocativa, ma non va molto più in là. Si può sperare che il dibattito salga di tono in extremis, negli ultimi giorni? Si può sperare, ma è difficile crederlo.
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