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di Luca Cifoni

Per gli anziani sette volte la spesa degli altri

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Martedì 23 Settembre 2014, 18:40
La cosiddetta "equità intergenerazionale" sembra essere al centro delle discussioni e delle polemiche. Il governo difende il progetto di riforma del mercato del lavoro sostendendo che darà finalmente tutele ad una fascia di popolazione - in particolare giovanile - che finora ne è rimasta esclusa. Senza specificare però - almeno per il momento - se e in che misura questo riequilibrio debba passare per una riduzione delle garanzie per tutti gli altri. Per guardare lo stesso tema da un altro punto di vista può tornare utile il dato citato nel recente rapporto del Fondo monetario internazionale sul nostro Paese (e attribuito all'economista Pieter Vanhuysse) il nostro Paese quanto a spesa sociale avrebbe la più alta "propensione verso gli anziani" ("elderly bias") di tutta l'area euro, esclusa la sola Grecia. In particolare da noi per un cittadino anziano (al di sopra dei 65 anni) si spende circa sette volte di più che per un non anziano. Questa proporzione è chiaramente influenzata dall'incidenza della spesa sanitaria, ma anche quella per pensioni incide in modo rilevante. Il punto, di nuovo, è: come agire per ridurre lo squilibrio? Finora ad esempio i risparmi ottenuti dalle varie (e inevitabili)  riforme delle pensioni sono serviti a ridurre il disavanzo del bilancio pubblico, ma non si sono tradotti in benefici per i meno anziani. Colpa della perenne eemergenza finanziaria. Vediamo cosa succederà con l'annunciata riforma degli ammortizzatori sociali.
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