Ad esempio, nel 2016 si dibatteva forse con altrettanta intensità di anticipo pensionistico. Una misura che si è poi sdoppiata in Ape volontario e Ape sociale: il primo un prestito erogato dalle banche in vista della pensione, il secondo un sussidio garantito dallo Stato sempre in una fase transitoria e riservato a particolari categorie "deboli". Le norme inserite nella legge di Bilancio sono poi entrate concretamente in vigore con ritardo, per una serie di complicazioni pratiche e amministrative. Nel complesso hanno avuto un impatto limitato.
Come riepilogato nel recente Rendiconto sociale dell'Inps, l'Ape sociale ha fatto registrare (fino al 15 luglio 2018) 33.623 domande accolte a fronte di 44.332 respinte (per mancanza di requisiti), mentre altre 9.569 al momento della verifica erano ancora in istruttoria. Rispetto alle risorse finanziarie disponibili, sono avanzate alcune centinaia di milioni. Quanto all'Ape volontario, le domande per farsi certificare il diritto dall'Inps sono state 26.145 fino al 3 agosto, ma poi solo 4.850 persone hanno effettivamente perfezionato il prestito
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