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di Luca Cifoni

Ministri, molto "toto" e poche pagelle

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Martedì 18 Febbraio 2014, 12:09
Impazza in queste ore di crisi di governo il toto-ministri, genere giornalistico molto amato dalle nostre parti che si alimenta del naturale gusto per la personalizzazione. Nel caso attuale ci sono vari titolari di dicastero in corsa per una conferma, o anche per un passaggio ad altro incarico; simmetricamente di altri, per lo più di estrazione tecnica e dunque privi di copertura politico-partitica, si dà per scontata o quanto meno probabile l'uscita di scena, senza che siano fornite particolari spiegazioni. In questa cornice fioriscono le ipotesi - più o meno plausibili - su possibili nomi a sorpresa, in grado di colpire l'immaginazione del pubblico.

Quello che manca, o che comunque è sullo sfondo, è il tentativo di fare una valutazione il più possibile oggettiva del lavoro di chi ha governato negli ultimi nove mesi, che non sono tanti ma nemmeno pochissimi. Di certo non aiuta la forte polarizzazione che paradossalmente ha accompagnato la vita del precedente esecutivo, nato di larghe intese: i ministri sono stati giudicati in corso d'opera più in funzione della polemica politica immediata che di elementi di fatto.

Eppure, fare il ministro è un lavoro complicato, specie in certi dicasteri. Ai nuovi che arriveranno, per quanto bravi, servirà comunque qualche settimana per prendere le misure, scegliere i collaboratori, imparare il funzionamento della macchina. Mentre si gioca alle figurine con i profili dei papabili, potrebbe essere utile esaminare quello che ha funzionato o non ha funzionato nell'esperienza precedente. Magari si eviterebbe qualche errore.
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