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di Luca Cifoni

Il limite di reddito "dimenticato" da 20 anni: forse qualcosa si muove

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Sabato 21 Novembre 2015, 21:45 - Ultimo aggiornamento: 13 Novembre, 20:48
Ci sono piccoli aumenti delle tasse che scattano ogni anno senza che sia cambiata alcuna legge. Anzi proprio per il fatto che nessuna legge venga modificata. In particolare, è stato rivisto per l'ultima volta venti anni fa il limite di reddito al di sotto del quale un membro della famiglia, tipicamente un figlio, viene considerato fiscalmente a carico dei genitori. Superata la soglia anche di poco l'interessato diventa un soggetto Irpef a sé stante, anche se magari non paga imposta: padre e madre però perdono il diritto alle detrazioni per carichi di famiglia, spese mediche e così via. Il limite annuo era stato fissato nel 1995 a quota 5.500.000 lire, che sono poi stati convertiti in 2.840,51. euro Ai valori attuali, dopo un ventennio di inflazione, questo importo equivale però ad una cifra quasi una volta e mezzo maggiore, più o meno 4.184 euro. Insomma chi oggi fa un lavoretto da cui ricava 3-4.000 euro in un anno non risulta più a carico, a differenza di chi si trovava in una situazione sostanzialmente analoga vent'anni fa. Il problema è stato recentemente sollevato a proposito di una categoria particolare, quella dei figli che percepiscono una pensione di reversbilità per un genitore morto. e dunque solo per questo fanno perdere le detrazioni all'altro che è sopravvissuto. Rispondendo ad un'interrogazione parlamentare, il governo ha detto che insieme ad altre ipotesi si sta valutando - limitatamente a questi casi - l'innalzamento progressivo del limite, che potrebbe essere decrescente al crescere del reddito fino ad annullarsi a quota 5.000. Un aggiornamento generalizzato sarebbe costoso per il bilancio pubblico, perché provocherebbe una riduzione del gettito. Il fatto che dopo vent'anni se ne sia iniziato a parlare è però almeno un piccolo segnale.
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