Corri Italia, corri
di Luca Cifoni

Il declino a cui assistiamo distrattamente

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Domenica 15 Febbraio 2015, 00:49
Il numero di nascite più basso dall'unità d'Italia e l'incremento della popolazione più modesto degli ultimi dieci anni. E poi ancora altri record negativi, che a quanto pare non hano scosso più di tanto gli italiani. Di certo non i media, che vuoi per assuefazione vuoi per distrazione non hanno dato troppo spazio ai dati demografici diffusi dall'Istat l'altro giorno, che pure contengono la buona notizia di un ulteriore aumento della speranza di vita indotta da un significativo calo della mortalità. Eppure sono numeri di cui bisognerebbe quanto meno occuparsi e - a mio parere - preoccuparsi. Per motivi per così dire qualitativi: una società con sempre meno giovani rischia di essere una società ripiegata su se stessa, statica, triste. Ma anche per motivi brutalmente quantitativi: meno popolazione vuol dire meno gente al lavoro, e quindi anche meno crescita economica. Nelle sue previsioni di medio-lungo periodo sul sistema pensionistico e socio-sanitario la Ragioneria generale dello Stato ipotizza tra 2010 e 2060 un tasso di fecondità (numero medio di figli per donna) crescente dall'1,4 del 2010 all'1,6 del 2016: invece siamo già scesi a 1,39. E si suppone un saldo migratorio stabilmente al di sopra delle 200 mila unità fino al 2045: lo scorso anno ci siamo fermati a +142 mila. Di questo passo anche la spesa per le pensioni e la sanità rischia di essere non sostenibile.
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