L'Alligatore torna nel blu disegnato di blu

Una delle tavole disegnate da Igort per Carlotto
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Sabato 19 Maggio 2007, 19:01
di Renato Gaita Prendi uno scrittore di “gialli” come Massimo Carlotto e il suo detective privato, l'Alligatore. Poi mettilo insieme a Igort (nom de plume di Igor Tuveri), autore di fumetti tradotti in 13 paesi e pluripremiati, un'attività tra Tokyo, Parigi e New York (sue illustrazioni pubblicate sul prestigioso “New Yorker”). Il risultato è un libro a fumetti, Dimmi che non vuoi morire, scritto e disegnato dall'inedita coppia di artisti. Protagonista è l'Alligatore, ovvero Marco Buratti, ex detenuto, investigatore privato senza licenza, una passione per il blues e il calvados, già al centro di cinque romanzi di Massimo Carlotto. Accanto a lui i suoi compagni d'avventura, Beniamino Rossini, contrabbandiere di mare (mai droga), braccialetti d'oro al polso e pistola facile, e Max la memoria, nome incerto e cognome ignoto, un passato nella sinistra extra-parlamentare degli anni Settanta, immenso archivio con migliaia di dossier dettagliati. Nel libro, appena arrivato nelle librerie (Mondadori, collana Strade blu, 144 pagine, 15 euro), il terzetto di amici indaga tra Sardegna, Parigi e il Nordest italiano, alla ricerca di Joanna, una ragazza che vive come se fosse l'incarnazione di una cantante degli anni Sessanta, Patty Pravo. Dimmi che non vuoi morire racconta, ricorrendo ad alcuni elementi classici dell' hard boiled school, una storia ambientata nel mondo di quella borghesia italiana che ormai si arricchisce illegalmente con la corruzione, il riciclaggio di denaro sporco, traffici e tangenti, scandali di cui ormai sono piene le cronache dei giornali e delle televisioni. Stavolta, al posto delle pagine scritte, le suggestive tavole con i disegni di Igort rivestiti di un colore azzurrino, la stessa tecnica che l'autore ha già usato per il suo fumetto 5 è il numero perfetto, storia di un anziano camorrista di Napoli. Sceneggiatura e testi sono opera di Massimo Carlotto. Nei giorni scorsi Igort, che dirige la Coconino Press (casa editrice specializzata nel pubblicare sofisticate graphic novel), è stato tra i protagonisti di Napoli Comicon, il Festival internazionale del fumetto e dell'animazione diretto da Luca Boschi, che ha ospitato una sua mostra dal titolo “Geografia della narrazione”. Il disegnatore ha interpretato a modo suo la figura dell'Alligatore, ricorrendo, per esempio, all'azzurro perché ricorda le luci e i colori del Mediterraneo. Dal noir mediterraneo in letteratura (dai romanzi di Manuel Vasquez Montalban con l'investigatore Pepe Carvalho in azione a Barcellona a quelli con il commissario Montalbano di Andrea Camilleri, ambientati in Sicilia) al noir nel fumetto. Igort è riuscito felicemente a ricreare con i suoi disegni le atmosfere tipiche delle vicende dell'Alligatore, la psicologia dei personaggi, le ambientazioni, insomma tutti gli ingredienti che hanno decretato il successo dei romanzi di Massimo Carlotto. Il racconto ti prende fin dalle prime immagini, quelle di Cagliari vista dal mare e con gli scarni e secchi dialoghi tra l'Alligatore e Rossini, fino allo struggente e amaro epilogo. La collaborazione tra il romanziere e il “fumettista” è nata quando Igort fu invitato a presentare le opere di Carlotto al Festival di letteratura di Mantova. Dimmi che non vuoi morire è il primo frutto di questo incontro. Probabilmente seguiranno altri libri. Ha spiegato il disegnatore che editori italiani e francesi vorrebbero una serie. Lo scrittore ha detto di essere d'accordo, ma a una condizione: i disegni deve farli sempre Igort. Che intanto ha annunciato di stare lavorando al seguito di 5 è il numero perfetto. La nuova vicenda ha un titolo che ricorda i film di Sergio Leone, C'era una volta Napoli: protagonista l'anziano camorrista Peppino e la storia si svolgerà tra Napoli e gli Stati Uniti, dove vive sua sorella.