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Bevi, filma, muori:l'ultima follia dei nostri teen su Fb

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Mercoledì 5 Marzo 2014, 21:02
Veronica arriccia smorfiette davanti all'occhio lampeggiante del suo Iphone, e batte le manine eccitatissima, e svirgola dietro le orecchie le sue ciocche seriche precedentemente piastrate, che deve aver usato anche l'appretto, sta a vedere..Sorriso puerile, accenna una linguaccia, allinea sul tavolo della cucina (nella quale non sono rintracciabili esseri umani gravitanti attorno all'età della ragione), cinque bicchieri piccoli come quelli delle bambole con le quali giocava fino a due o tre anni fa. Veronica Veronica, ma che combini? Cinguetta: “ringrazio Marco per avermi nominata”. Adesso, seria, compunta, diligente, riempie i bicchieri minuscoli di wodka. Li afferra in sequenza, li butta giù a gollate senza respirare, uno via l'altro, enumerando con piglio notarile: “primo, secondo”, comincia a ridacchiare, “terzo”, la voce s'impasta, “quarto”, si aggrovigliano lettere e vocali, “quinto”, barcolla,  ride, si scompone, insegue parole che le sfuggono di bocca, pasticcio fonico, allitterazioni sgangherate, strafatta, ormai, mentre proclama: “ora nomino Luigi Filippo e Niccolò, che hanno 24 ore di tempo per giocare”. Veronica, 15 anni, Luigi Filippo Niccolò Marco, 14/20 anni, nomi inventati, storie no.. storie tante..storie quotidiane: un oceano di alcol che si va allargando tra una bacheca e l'altra, tra una vita e l'altra, ed è inarrestabile infido insinuante scivoloso appiccicoso come l'olio. Sono i vostri figli, o i vostri figli sono in mezzo a loro. Stanno giocando allo sballo e al coma etilico e alla morte sulle bacheche Facebook italiane da due o tre settimane, e sono tanti, tantissimi, quanti nemmeno potreste mai riuscire a immaginare. Bere alla goccia, versione italica di Neknomination, che viene dall'Australia, dagli States, dall'Inghiterra, e dalle centinaia di italiani che studiano nel Regno Unito, e che da lì l'hanno fatta rimbalzare oltre la Manica come si fa con un colpo di pallone, un calcio e via. Lo sballo social è piombato sui network italiani come una tempesta etilica, quasi all'improvviso, erodendo ogni zona franca con la rapidità inarrestabile del web. Virale. Ha invaso quasi ogni bacheca, ha contaminato quasi ogni comunicazione tecnologica, ogni bolla di noia, ogni progetto di socializzazione, ogni moda, ogni fantasia. Nelle città e nei paesi, al Nord, al Centro, al Sud. E' l'ultimo gioco di tendenza. L'ultima sfida. L'ultima follia. E tuttavia, tra di loro, i ragazzi si dicono che è troppo fico, questo gioco, binge drinking via web, fortissimo, shottini come quelli del sabato sera, ma con gli spettatori a centinaia, sballo rappresentato ed esibito in pixel. Ormai lo fanno tutti o quasi tutti, perciò lo faccio anch'io, non sono mica un fallito o uno sfigato, no? Tu mi nomini, io mi fotografo o mi filmo mentre scolo il bicchiere o la bottiglia senza abbassare il gomito, e poi ne nomino altri tre, che ne nomineranno ancora altri, ed è già un fiume in piena amazzonico, e alla fine magari ci si può annegare dentro, ma che fa... E dunque che cosa combinate,Veronica e gli altri, i cento, i mille altri principini del nulla, che stanno precipitando in un baratro trascinati dal loro stesso conformismo, quel movimento meccanico che annulla le coscienze e la capacità di scelta, che li trasforma in un esercito di automi..? Chissà se qualcuno ha raccontato loro di Stephen, di Jonny, di Ross, di Isaac, i quali, per fare quel gioco, sono morti. Chissà se qualcuno ha detto loro di quel flusso che si va impennando nelle corsie degli ospedali, ragazzi in coma etilico, a un passo dalla morte, che bel gioco. Chissà che cosa aspetta, Facebook, a cancellare le pagine dei fan di Neknomination, che sono centinaia di migliaia, che aumentano ogni giorno, ogni minuto... “Istigazione all'autolesionismo”, tuona Emanuele Scafato, direttore dell'osservatorio nazionale alcol dell'Istituto superiore della Sanità, chiedendo di bannarle..Chissà cosa aspettano gli adulti, a intervenire. Si stanno sballando in piazza, i nostri ragazzi, senza freni inibitori. Credono di giocare e muoiono. Stanno annegando nell'alcol, perduti nel passaggio dal nulla di chi non li protegge al loro nulla, in un declino transgenerazionale, per partenogenesi sociale. L'alcol ha complici micidiali, tanti, non soltanto il web. I complici veri siamo tutti noi.
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