Bracciano, vandali alla scuola media "San Giovanni Bosco": 660 studenti obbligati a restare a casa per tre giorni

La scuola media "San Giovanni Bosco" a Bracciano
di Chiara Rai
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Mercoledì 13 Gennaio 2021, 18:55 - Ultimo aggiornamento: 20:43

Seicentosessanta studenti sono a casa da quattro giorni, e questa volta il Covid non c'entra: colpa di un raid di vandali nella scuola media San Giovanni Bosco in via Carlo Marchi a Bracciano. L'istituto riapre solo venerdì 15 gennaio. Nella notte tra il 10 e l’11 gennaio, alcune persone sono entrate nell’istituto, privo di allarme, passando dalla finestra. Una volta dentro, hanno preso un estintore molto grande e hanno ricoperto di polvere bianca tutto quello che hanno potuto. Un concentrato di agenti chimici che ha richiesto un intervento di una ditta specializzata per la pulizia.

Poi, non contenti, i malintenzionati si sono messi a scivolare per i corridoi sulle sedie con le rotelle pensate per il Coronavirus, continuando a imbrattare tutto con la sostanza polverosa, persino per le scale, l’atrio, le aule, i bagni.
I carabinieri di Bracciano, guidati dal capitano da Simone Anelli, sono stati chiamati dalla preside lunedì mattina, quando i docenti si sono ritrovanti di fronte ad una struttura completamente “imbiancata” e inagibile. Per fortuna, i vandali non sono riusciti ad entrare nell’aula di informatica perché chiusa con una porta blindata e sembrerebbe che i computer al piano terra non siano stati danneggiati: «Venerdì è previsto il rientro dei ragazzi – dice la preside Lucia Lolli – Purtroppo, non bastano le difficoltà dettate dalla pandemia. Dobbiamo fare i conti anche con gli atti di vandalismo che hanno causato tre giorni a casa per gli studenti. Il tempo di chiusura è servito per far ripulire tutto e ristabilire un ambiente per i ragazzi».

Domani tutti gli alunni saranno di nuovo a lezione in presenza mentre per quelli delle superiori è tutta un’altra storia.


Sono giorni che provano a far sentire la loro voce perché stanchi di una didattica dietro i computer. L ’11 gennaio c’è stato uno sciopero simbolico contro le lezioni a distanza. Poi alcune manifestazioni a causa dei continui slittamenti per la fatidica data di rientro: «Le scuole sono chiuse a causa di una gestione sbagliata dell’emergenza – dicono alcuni studenti – Il contagio corre lungo i mezzi di trasporto pubblico, gli autobus sono pochi e affollati».

Il messaggio comune che si è trasformato in denuncia da parte della Rete degli studenti di Bracciano è che sono pochi gli istituti organizzati per il rientro: «Non ci sono linea guida – dicono i ragazzi - o forse non hanno mezzi per garantire il rispetto delle norme sanitarie». Prosegue la campagna della Regione sul territorio del distretto sanitario Rm4 per lo screening ai ragazzi. Nel Lazio gli studenti dai 14 ai 18 anni possono sottoporsi gratuitamente al tampone rapido presso i drive-in locali senza necessità del certificato medico prenotandosi sul sito internet regionale. Fino ad oggi sono tanti i ragazzi di Bracciano e dintorni che ne hanno usufruito e sono andati al drive in presso l’ospedale Padre Pio per sottoporsi a test rapido. Ma forse va fatto qualcosa di più, altrimenti il rientro potrebbe allontanarsi ancora.

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