Il Nuovo Ospedale dei Castelli di Ariccia, il maggiore della zona, viene riconvertito quasi totalmente al Covid per decisione della Regione. Le perplessità tra i sindaci stanno diventando enormi. Nei giorni scorsi, nel territorio dell’Asl Roma 6, il numero dei positivi è salito vertiginosamente e si è reso necessario trovare nuovi reparti se non addirittura ospedali interamente dedicati al Coronavirus. Ma nei Comuni cova la rabbia. «Dove mettiamo gli altri malati?». I dirigenti dell’Asl Roma 6, in questo marasma, hanno emesso solo un laconico comunicato in cui si afferma che «la direzione strategica sta monitorando la situazione e sta facendo diverse ipotesi di lavoro per fronteggiare il fabbisogno».
L’ordinanza regionale ieri sera ha portato i posti per il Covid ad Ariccia da 30 a 100 e quelli in terapia intensiva da 4 a 10. Al Noc ci sono 159 posti: ora circa il 70% sono per il virus. Dovrebbero chiudere Cardiologia, Medicina, Chirurgia e Ortopedia. «Non condivido affatto la scelta - dice Gianluca Staccoli, sindaco di Ariccia - Mancheranno reparti per la cura e la riabilitazione di altri malati. Dove li mettiamo? I dirigenti sanitari si rendano conto delle necessità». Critiche anche da altri sindaci, che pure non sottovalutano l’epidemia. «Oramai andiamo in ordine sparso - afferma Luigi Galieti da Lanuvio - Nessuno dei dirigenti dell’Asl Roma 6 ci informa delle decisioni.
La Regione ha anche stabilito il numero dei posti Covid in altri ospedali. All’ex San Giuseppe di Albano dovrebbero essere disponibili 71 letti ordinari e 9 di terapia intensiva, mentre alla casa di cura Ville delle Querce di Nemi ci saranno 36 ricoverati. Al Regina Apostolorum di Albano 84 letti e 9 intensive. Sei persone tra medici e infermieri sono risultati positivi al pronto soccorso dell’ospedale di Velletri, che resterà chiuso oggi e domani. I casi urgenti, un infarto, un ictus, un’emorragia, in teoria dovrebbero finire all’ospedale di Ariccia, “requisito” per l’epidemia. La situazione è così.