Oggi a mezzogiorno momenti di commozione alla sede dell'Enpa - Ente Nazionale per la protezione degli animali - a Roma dove il gatto Simba ha potuto ricongiungersi con la sua famiglia Svetlana ed Enzo, dopo un viaggio di oltre 20 giorni attraverso l'Europa.
Una staffetta emozionante che lo ha portato, grazie al l'aiuto di varie associazioni di volontariato europee, da Leopoli fino in Polonia e infine in Italia. «Per me lui è un figlio e mi mancava tantissimo. Mi è stato vicino in momenti molto complessi e mi ha dato la forza di affrontare sfide difficilissime della mia vita. Poterlo accarezzare è un emozione enorme! Grazie di cuore ad Enpa e a tutti coloro che hanno reso possibile tutto questo» sono state le parole di Svetlana nello stringere nuovamente il suo amico a quattro zampe.
La storia di Simba
Simba è un gatto arancione che ha sempre vissuto con Svetlana e Enzo, lei ucraina e lui italiano. La coppia vive in Italia ed ha una figlia, ma al momento dello scoppio della guerra si trovavano a Leopoli a casa della famiglia di Svetlana. Quando è iniziata l'invasione rusa russa la famiglia ha messo in atto una fuga rocambolesca: nella macchina si sono stretti in sei con nonna, figlia e tre nipotini piccoli e persino il cane. Simba però non ama i trasportini e non c'è stato modo di farlo entrare in auto. Così Svetlana è stata costretta a lasciarlo in custodia a un vicino, pensando che la situazione si sarebbe risolta presto e sarebbero potuti tornare a prenderlo. Ma quando la guerra è peggiorata, la coppia inizia a temere per il gatto: il loro appello è stato raccolto da Enpa, che si è attivata con la sua rete di contatti in Europa per organizzare il trasporto dell'animale in Italia.
Così i volontari di Peta Germany (che collabora con Enpa per la campagna Cruelty Free Cosmetics) Daniel e Teodora hanno recuperato Simba a Leopoli e lo hanno portato in Polonia.
Il presidente Enpa: «Ogni vita deve essere salvata»
Per Cristina Rocchi, presidente di Enpa, Simba è un simbolo: «rappresenta i tanti fragili che sono rimasti indietro e di cui nessuno si deve dimenticare». E conclude: «per tutti coloro, umani e animali, che stanno soffrendo in Ucraina Enpa c'è e vuole esserci. Che si tratti di accogliere, inviare aiuti, utilizzare contatti e connessioni per aiutare le persone a raggiungere posti sicuri noi ci siamo. Ogni singola vita, umana o animale, merita protezione e soccorso».
Profilo Abbonamenti Interessi e notifiche Newsletter Utilità Contattaci
Logout