Le immagini scaldano il cuore. Documentano non soltanto il rilascio di una tartaruga marina in mare ma, soprattutto, le prime fasi di quella libertà ritrovata attraverso i suoi stessi occhi. Grazie alla telecamera posta sul carapace dagli studiosi, infatti, la tartaruga ci fa entrare, in silenzio, nel suo mondo. E quel mare cristallino che si svela, attraverso ciò che vede la tartaruga, è da brividi. Con lei che nuota sul fondale e si guarda intorno, fino alla risalita in superficie per un breve respiro per poi tornare ad immergersi e nuotare sempre più lontano per poi finalmente sparire. Protagonisti della vicenda Filippo Armonio, responsabile del Centro Recupero Tartarughe Marine di Brancaleone, a Reggio Calabria, una telecamera subacquea e soprattutto Delilah, la splendida femmina di 23 chilogrammi di Caretta caretta.
«Delilah -spiega al Messaggero Filippo Armonio - era stata recuperata a metà luglio alla deriva. Intrappolata in un groviglio di cordame abbandonato ad un paio di miglia dalla costa di Spropoli, non fosse stata trovata dal diportista che ci ha allertato, sarebbe certamente morta». Così, una volta recuperata, la tartaruga era stata immediatamente curata con il grosso amo da palangaro nell'esofago, asportato grazie all'intervento chirurgico operato dal Prof Antonio di Bello. Poi, dopo diversi giorni di convalescenza, Delilah era stata considerata pronta per riprendere il mare.
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