Summer, il cavallo ucciso nel suo recinto. La proprietaria: «Colpa dei bracconieri, voglio giustizia»

Summer e Chiara insieme al cagnolone di famiglia.
di Remo Sabatini
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Lunedì 15 Ottobre 2018, 19:01 - Ultimo aggiornamento: 19:38
ROMA - La voce di Chiara è rotta dal pianto. Non riesce a trattenere le lacrime e quella rabbia che le sale dentro. E' ancora, comprensibilmente, scossa da quanto accaduto. Una vicenda incredibile che sembra la sceneggiatura di una fiction. Di quelle che guardi svogliatamente dopo il Tg. Invece e purtroppo per Chiara e la sua famiglia, è tutto vero. Summer, il suo cavallo, non c'è più. E' stato ucciso.

Ma cominciamo dall'inizio. Chiara Zautzik vive nelle campagne di Moricone, una località immersa nel verde, a pochi minuti di auto dalla Capitale. Lì, con la sua famiglia, si occupa di agricoltura e di animali, per i quali ha una vera e propria passione. È giovane, Chiara, così come il suo Summer, uno splendido stallone di quattro anni e mezzo che vive con loro da tre anni e che ha a disposizione un recinto elettrificato, spazio ed un ricovero adatto dove trascorrere la notte. E' abitudinaria, Chiara. Perlomeno con il suo Summer, che adora. Tutte le mattine, di buon ora, va a trovarlo. Trascorre del tempo con lui e, quando non è stagione di caccia, approfitta di tutto quel verde e quei pascoli per fare delle passeggiate. La sera, poi, percorre quei pochi metri che separano la sua abitazione dalla stalla, per andare da lui e dargli la buonanotte. Summer, dal canto suo, non appena la sente arrivare, si affaccia, aspettando l'ultima carezza, l'ultimo bacio. Una consuetudine, questa, che era stata rispettata anche giovedi sera. Nessuno, però, avrebbe potuto immaginare che, quella volta, sarebbe stata l'ultima.

"Erano circa le nove di sera, ricorda Chiara, e come sempre stavo andando a dare la buonanotte a Summer. Dal box a casa mia, precisa, sono solo pochi metri e mi ero stupita che non si fosse affacciato per aspettarmi, come faceva sempre. Così, entro. Summer era lì, tremante, con la testa che quasi toccava il terreno. Sulle prime, preoccupatissima, ho pensato ad una colica o ad un qualche malore. Poi, quando mi sono avvicinata, ho visto due grandi chiazze di sangue! Una sul fianco, l'altra sulla coscia. Scioccata, ho chiamato aiuto. Gli avevano sparato!". La tensione sale. La veterinaria  arriva quasi immediatamente, così come i carabinieri. Dei bracconieri, però, nessuna traccia. Le ferite sono risultate subito gravissime. Colpi di fucile di grosso calibro sparati da qualcuno a caccia di cinghiali avevano centrato il povero cavallo che ora, agonizzante, sarebbe stato trasportato in una clinica specializzata, la Equivet di Roma, dove è stato fatto l'impossibile per cercare di salvarlo e dove, purtroppo, è morto sabato sera.  E allora è tutto rabbia e disperazione e Chiara che, con le lacrime agli occhi, torna ad invocare giustizia.

"Summer era parte della famiglia e la sua morte assurda e crudele mi ha devastato. Bracconieri che tutte le notti, pattugliano il nostro territorio anche vicino alle abitazioni, sono un grave pericolo per gli animali e le persone che, quel territorio, lo vivono. Non si può più andare avanti così. Si rischia la vita. La triste storia del mio Summer, sta, purtroppo a dimostrarlo". Così, mentre quei bracconieri sembrano essersi volatilizzati, la questione sicurezza, soprattutto nel periodo venatorio, si ripropone prepotentemente. Quattro anni fa, infatti e per quanto assurdo possa sembrare, la medesima e tragica sorte era capitata ad un altro cavallo di Chiara. Allora, lo avevano trovato già morto. Un colpo di fucile aveva trapassato il corpo massiccio del grosso appaloosa, da parte a parte.
Si chiamava Spirit.
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