Trenta gattini abbandonati: teste inchioda il responsabile

Trenta gattini abbandonati: teste inchioda il responsabile
di Marco Pasqua
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Martedì 27 Ottobre 2020, 00:59

Di abbandoni abbiamo scritto molte, troppe volte. Ma quello che colpisce dell’ultimo atto di crudeltà (dis)umana, è il numero: perché stavolta a essere gettati in strada sono stati addirittura 30 gatti. Buttati davanti all’ospedale San Camillo, dietro l’area di pertinenza della camera mortuaria. Sono stati una notte intera nei trasportini, fino a quando le guardie zoofile Earth e la Asl Rm3, non sono riusciti a salvarli.

Le loro condizioni di salute erano buone: erano gatti adulti ma anche mici con appena 10 giorni di vita. Nessuno di loro era sterilizzato ma le loro buone condizioni di salute lasciano presupporre che fossero abituati a vivere in appartamento. Si trovano ora ricoverati, per tutti gli accertamenti sanitari, presso la clinica San Francesco di via Gennargentu gestita da «Abivet», che da un mese ha assunto la direzione sanitaria dei canili.

«Si è trattato davvero di un atto scellerato e anche se si trovano ora, per fortuna, al sicuro ci faremo carico di fare una denuncia di reato per abbandono di animali», sostiene il presidente della commissione Ambiente del Comune, Daniele Diaco. Valentina Coppola, presidente di Earth, spiega di aver sentito persone «che hanno voluto fornire indicazioni preziose per risalire all’identità del soggetto che ha abbandonato i gatti».

<blockquote class="embedly-card"><h4><a href="https://www.ilmessaggero.it/scuola/covid_scuola_elementari_didattica_a_distanza_on_line_cosa_cambia_lockdown_quarantena_ultime_notizie-5547706.html">Covid scuola, didattica on line anche alle elementari: ecco il piano. E sui prof: "Si insegni anche in quarantena"</a></h4><p>Si sta facendo sempre più distante, la didattica. Potrebbe finire online, infatti, anche per i piccoli delle elementari che, mettendo da parte regoli e colori, si ritroveranno a studiare guardando uno schermo. Per le scuole sta partendo una nuova difficile fase, in cui a dover fare i conti con le lezioni digitali sono ancora una volta famiglie e docenti.</p></blockquote>
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