Orsi, sospeso l'abbattimento di Mj5. Piano strategico del ministero dell'Ambiente con le Ong. Enpa: «No a uccisioni e deportazioni»

La task force del Mase, in accordo con le associazioni, è allo studio di un piano strategico per la gestione dei plantigradi e per la convivenza con gli animali selvatici

Orsi, sospeso l'abbattimento di Mj5. Piano strategico del ministero dell'Ambiente con le Ong. Enpa: «No alle uccisioni e deportazioni»
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Mercoledì 26 Aprile 2023, 15:56 - Ultimo aggiornamento: 14 Luglio, 17:02

Un piano strategico per la gestione degli orsi e di tutti gli animali selvatici: è una delle novità emerse dal tavolo di confronto tecnico sulla gestione degli orsi in Trentino, che si è svolto stamani al Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica. L'orso Mj5 è stato salvato dal Tar: l'animale non verrà abbatuto.

Che cosa è emerso

Nell'audizione sono state coinvolte le associazioni di protezione animale.

La task force del Mase, in accordo con le indicazioni fornite dalle associazioni, si è resa disponibile allo studio di un piano strategico per la gestione dei plantigradi, e in generale per la convivenza con gli animali selvatici, sulla base delle necessarie valutazioni scientifiche. Le associazioni si sono impegnate a far pervenire in breve tempo i contributi tecnici che saranno presi in considerazione nell'elaborazione della strategia. Il confronto con le associazioni, voluto dal ministro, Gilberto Pichetto, e dal sottosegretario, Claudio Barbaro, sarà il metodo che il Mase adotterà per le tematiche della biodiversità e più in generale ambientali. 

Plana sui tavoli della corte dei Conti il dossier orso, che ormai da settimane sta tenendo banco in Trentino. E ci arriva, sembrerebbe, per capire quali siano stati e quali siano gli interventi della Provincia per monitorare gli orsi, dai bidoni antiorso ai collari ad altri atti, come l'informazione per aiutare visitatori e residenti ad instaurare un buon rapporto con i plantigradi, come comportarsi in caso di incontri, o la prevenzione per aiutare allevatori o agricoltori a gestire nel modo migliore la vicinanza con questi animali. Ma anche perché la loro uccisione costituirebbe un danno erariale non indifferente.


Danno erariale

L'altra questione parimenti importante sono i danni causati dai plantigradi che generano perdite nelle casse dello Stato e che quindi potrebbero spingere i magistrati contabili ad aprire un fascicolo per capire quali interventi, anche in questo caso, abbia attuato la Provincia di Trento per contenere e per monitorare.

Danno erariale anche nel caso di abbattimenti: l'orso è una specie protetta, è sotto la tutela dello Stato, è di proprietà pubblica, è una specie di interesse comunitario, e la sua uccisione, se le ordinanze di Fugatti dovessero superare le decisioni del Tar, costituirebbe appunto un danno erariale. Era già accaduto con le marmotte in Alto Adige: la caccia aperta dall'ex presidente Luis Durnwalder gli era costata alla fine quasi 500 mila euro.

Il parere dell'Enpa

«Tante volte abbiamo sottolineato la necessita della creazione di corridoi faunistici o ecologici, vale a dire di quei passaggi che tradizionalmente sono seguiti dalla fauna selvatica per raggiungere altri territori, permettendone la dispersione», ricorda l’Enpa. «Avevamo elaborato ed ottenuto la presentazione da parte di alcuni gruppi politici di un emendamento nella legge Bilancio 2022 finalizzato proprio alla realizzazione o al restauro dei corridoi, con lo stanziamento di 12 milioni di euro in tre anni che pero e stato bocciato. Fondamentale agire subito e recuperare il tempo perduto». Poi, continua l’Enpa, «occorre, scientificamente parlando, comprendere le ragioni della estrema stanzialita delle femmine di orso, che, come JJ4 nel corso degli anni, non si sono sostanzialmente mai mosse dal luogo della nascita. Si potrebbe sperimentare - benche gia accuratamente studiato - l’uso di feromoni.

La dispersione delle femmine, e di conseguenza dei maschi, consentirebbe di ridurre la concentrazione degli animali sul territorio, facilitando l’accettazione sociale». Occorre anche «studiare l’applicazione di tecniche di controllo della riproduzione come quelle che vengono gia usate per altri mammiferi selvatici. La vasectomia potrebbe essere praticata sugli orsi piu grandi, con interventi chirurgici piuttosto semplici che non ledono la salute degli animali. Praticata ovviamente da personale medico veterinario esperto, puo ridurre in tempi abbastanza rapidi la crescita della popolazione ursina».

 

«Occorre la piena attualizzazione della banca dati sull’identificazione degli orsi, che e uno dei punti su cui si e focalizzata la preoccupazione di molti. Inoltre, e necessario garantirne la trasparenza e la possibilita di accesso ai portatori di interesse, anche per rendere piu facile il contatto e il dialogo con le istituzioni». Nella situazione attuale, per Enpa i «santuari rappresentano la soluzione migliore e sono da noi ben accetti per la salvezza della vita degli orsi condannati, ma non possono costituire una soluzione permanente. Chiediamo invece che nel nostro Paese sia realizzato in tempi brevi un solo grande santuario sostitutivo del centro del Casteller, che, come registro il rapporto dei Carabinieri Cites nel 2020, poi raccolto dalla sentenza del Consiglio di Stato, non puo fornire sotto nessun aspetto la garanzia del benessere degli orsi».

I metodi dissuasivi, che si tratti di squadra di cani anti-orso o di squadra di uomini specializzati, «sono efficaci soprattutto nell’immediatezza. Pertanto, gli interventi devono essere assolutamente tempestivi per permettere agli orsi di associare la dissuasione ad un comportamento ritenuto negativo dagli umani». Il fattore della prevenzione e fondamentale, per l’Ente, «il cardine su cui fondare la coesistenza tra popolazione ursina e popolazione umana. Omissioni gravissime si sono succedute nel corso del tempo, con un sostanziale abbandono negli ultimi anni di ogni forma di prevenzione, informazione, formazione dei cittadini e dei turisti. Tutto cio non e piu rinunciabile. Continuiamo ad essere preoccupati e sbigottiti dalla mancanza di elementari misure, come quella del divieto di accesso alle zone in cui e noto da tempo il fenomeno della stanzialita delle femmine con i cuccioli, nonche di quelle che registrano una presenza elevata di esemplari».

«Bisogna voltare pagina nei confronti della guerra che, purtroppo, oggi e stata scatenata nei riguardi degli orsi, dei lupi e di tutta la fauna selvatica - ha concluso Annamaria Procacci - guerra a livello politico che noi contrastiamo dal punto di vista scientifico, etico, culturale. Occorre fermare lo smantellamento delle normative nazionali, la legge 157/92 sulla fauna e la legge 394/91 sulle aree protette e muoverci nel solco delle politiche internazionali ed europee di tutela della biodiversita: ce lo impone anche la crisi spaventosa del Pianeta»

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