Demolito il più grande macello di cani del mondo: al suo posto sorgerà un parco

Cani chiusi nelle gabbie e pronti per essere venduti e macellati (foto pubblicata da Ansa)
di Remo Sabatini
2 Minuti di Lettura
Lunedì 7 Gennaio 2019, 17:54
È stato demolito il "macello degli orrori", come era stato ribattezzata l'enorme struttura di Taepyeong-dong a Seongnam, località a sud di Seoul, nella Corea del Sud. Il macello, in attività da diversi anni, era tristemente conosciuto per la macellazione di cani ai quali erano destinati ben sei stabilimenti.

Stipati in gabbie strettissime e tenuti in condizioni allucinanti, i poveri animali aspettavano di essere macellati per soddisfare la richiesta del mercato, locale e nazionale. Così, come le sofferenze dei cani, anche i numeri che riguardano il complesso sono da brividi.

Migliaia e migliaia di cani e cagnolini uccisi nell'arco di pochi giorni, soprattutto in prossimità di periodi tradizionalmente legati al consumo di quel tipo di carne, avevano reso la struttura coreana, il più grande macello di carne di cane del pianeta con quasi due milioni di animali uccisi.

Anche per questo, la notizia della chiusura, diffusa nei mesi scorsi, e la successiva demolizione in atto in questi giorni, ha colto di sopresa. La legge coreana infatti, non vieta la vendita di carne di cane e, anche se la questione rimane aperta, una buona percentuale dell'opinione pubblica di quel Paese non è favorevole all'uccisione dei cani, nè consuma quella carne.

Inutile sottolineare la soddisfazione di animalisti e gente comune, anche coreani, che per anni si erano battuti per la sua chiusura denunciando gli orrori che, quotidianamente, vivevano i poveri animali.
«La chiusura del complesso - commenta Humane Society International, nota organizzazione internazionale che si adopera per la protezione degli animali - è qualcosa di storico. La speranza, concludono, è che possa essere il primo di una lunga serie».

Nel frattempo, le ruspe sono ancora al lavoro. Gli ultimi, malsani ambienti, da radere al suolo.
Al loro posto, sorgerà un parco.
© RIPRODUZIONE RISERVATA