Lupi venduti come cani, la truffa degli allevatori: «I padroni in pericolo»

Lupi venduti come cani, la truffa degli allevatori: «I padroni in pericolo»
di Giuseppe Scarpa
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Venerdì 15 Ottobre 2021, 06:36

Lupi venduti come cani. Un business pericoloso. Un rischio per chi compra questi animali nella convinzione di avere al proprio fianco il migliore amico dell'uomo, salvo poi ritrovarsi una bestia selvatica: un lupo in casa. Poco incline ad ubbidire, territoriale, cacciatore, aggressivo e con reazioni non facilmente decifrabili, specialmente quando si tratta di consumare il pasto. La procura di Viterbo, guidata da Paolo Auriemma, ha sequestrato 23 esemplari e ha indagato i gestori dell'allevamento per aver violato le norme a tutela delle specie selvatiche. I cuccioli venivano venduti anche a 3mila euro.

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REAZIONI VIOLENTE
L'indagine dei carabinieri Cites nasce all'indomani delle segnalazioni di alcune persone che avevano acquistato i cani nell'allevamento. Nel comportamento dei piccoli c'era qualcosa di strano. Anomalo.
Un addestratore esperto, incaricato di educare il cane, aveva trovato grosse difficoltà: l'animale non rispondeva alle sue indicazioni e non assimilava alcun comportamento, anzi reagiva sempre con una spropositata violenza a qualsiasi comando. Una reazione che all'inizio ha mandato in crisi lo stesso specialista. L'uomo, poi, si è consultato con altri colleghi che hanno alla fine svelato l'arcano: quella non era una bestia domestica, bensì selvatica. Era un lupo che mai avrebbe accettato un ordine. Era un animale libero e potenzialmente pericoloso, visto che nei suoi geni c'è scritto che è uno spietato cacciatore.
Questa la prima segnalazione, la seconda è arrivata da una donna.

Una profana in materia. Non una fine intenditrice ma un'amante degli animali che in passato aveva avuto diversi cani. Eppure quel piccolo che aveva comprato fin da subito aveva destato parecchi dubbi. E anzi, man mano che cresceva, tutte le perplessità della proprietaria trovavano maggiori conferme. Oltre all'aggressività, ad una crescente diffidenza che aumentava con il passare del tempo, ciò che più lasciava interdetta la signora era il comportamento dell'animale di fronte al cibo. Il lupo rifiutava sdegnosamente il cibo in scatola creato dall'uomo per il cugino cane. Ciò che mangiava voracemente, con gli occhi «spiritati» era solo ed esclusivamente la carne cruda. E quando si cibava era meglio stargli alla larga. Insomma queste, come altre segnalazioni piovute ai carabinieri Cites, hanno spinto gli investigatori a compiere una serie di approfondimenti. Anche perché le bestiole provenivano, guarda caso, tutte dallo stesso allevamento. La conferma definitiva è arrivata agli inquirenti grazie all'esame genetico, disposto dal sostituto procuratore Massimiliano Siddi per verificare di quale specie si trattasse. Il responso fornito dal test del dna è stato chiaro.


CANE CECOSLOVACCO
Un lupo perde le sue caratteristiche genetiche alla quarta generazione, spiegano gli investigatori. La fattrice dell'allevamento era un animale selvatico al 100% che veniva fatta accoppiare con dei cani lupo. La prima generazione quindi rimane sostanzialmente un lupo, con tutti i rischi che questo comporta per chi l'acquista.
L'intera vicenda, un vero e proprio business, ruota attorno ad un specie canina che negli anni sta riscuotendo un enorme successo nel mercato. Si tratta del cane lupo cecoslovacco, un animale che assomiglia a un lupo, ma ne ha solo le sembianze. Ecco allora che in molti allevamenti in diverse zone d'Italia, è il caso di quello scoperto a Viterbo, i gestori hanno cercato di vendere degli ibridi ad alta concentrazione genetica di lupo, spacciandoli per cani. Per gli investigatori il rischio è stato ed è grande: «Possono diventare letali per gli stessi padroni»

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