La migrazione di 15 elefanti in Cina: 500 km in un anno, "seguiti" da tutto il mondo

La migrazione di 15 elefanti in Cina: 500 km in un anno, "seguiti" da tutto il mondo
di Anna Guaita
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Venerdì 11 Giugno 2021, 17:28 - Ultimo aggiornamento: 17:32

NEW YORK Camminano da più di un anno, seguiti a terra da poliziotti, guardie forestali, etologi, e guardati dall’alto da elicotteri e droni. Una mandria  di 15 elefanti in Cina ha abbandonato la sua riserva nel sud del Paese al confine con il Laos e Myanmar, per muoversi verso nord, guidata dalla matriarca del gruppo. Nel loro cammino hanno calpestato larghe aree di jungla, divorato campi coltivati, sono entrati in villaggi e cittadine. Per cercare di deviare il loro cammino dalle città più popolose, poliziotti e guardie hanno usato tonnellate di banane, ananas e pannocche di mais, qualche volta anche sistemato barriere o scavato trincee. Non sempre le manovre hanno avuto successo. All’inizio gli elefanti erano 17, ma due hanno abbandonato il gruppo dopo che hanno trovato un silos di grano fermentato, di cui si sono rimpinzati, ubriacandosi in modo epico.  La mandria ha percorso più di 500 chilometri, ed è  sempre stata tollerata, se non addirittura protetta, dalla popolazione, nonostante spesso si sia lasciata dietro il caos e non poche case con le porte sfondate. Il governo centrale cinese ha comunque promesso di ripagare i danni causati dalla mandria.

Inizialmente la storia degli elefanti è stata una piccola notizia secondaria nel mondo stretto nella morsa della pandemia, e per di più una notizia tutta cinese. Ma pian piano l’esodo dei 15 elefanti, fra i quali ci sono due piccoli nati durante la migrazione, ha conquistato i cuori del pubbblico mondiale e l’interesse degli scienziati. 

Nessuno è riuscito finora a spiegare perché la matriarca del gregge abbia deciso di lasciare la zona protetta e cominciare il lungo cammino verso il nord, ma gli scienziati sono sempre più convinti che questa sia una migrazione generata dagli stessi motivi che stanno causando le migrazioni umane di cui siamo testimoni noi in Italia e gli Stati Uniti al loro confine sud: i cambiamenti climatici, la riduzione dei terreni fertili, la necessità di trovare nuovi spazi più sicuri e abitabili spingono gli uomini a lasciare le loro case e migrare verso nuove frontiere, e adesso spingono anche gli elefanti ad abbandonare le loro aree natie e a cercare orizzonti più accoglienti: «Gli elefanti hanno bisogno di specifiche risorse – spiega in una intervista alla National Public Radio l’etologo Joshua Plotkin dell’Hunter College di New York – e nell’arco di cinquanta-cento anni gli uomini hanno avuto un impatto negativo su quegli ambienti e li hanno costretti a cercarne nuovi, in questo caso obbligandoli a una migrazione di centinaia di chilometri».

La marcia dei pachidermi si è fermata ieri per un lungo riposo.

I droni li hanno filmati sdraiati per terra per una dormita, sistemati in modo che gli anziani facessero un circolo protettivo intorno ai più piccoli, mentre i più giovani e forti erano sistemati all’esterno dei due gruppi. Varie volte peraltro la matriarca ha dimostrato un'eccezionale intelligenza, come ad esempio riuscire ad aprire un rubinetto per dare acqua a tutti i suoi compagni. 

Le autorità cinesi hanno finora esercitato grande delicatezza nei confronti della mandria, rivelando la stessa sensibilità che hanno già dimostrato nei confronti dei panda (ma ovviamente viene da chiedersi perché le autorità cinesi non siano altrettanto sensibili nei confronti di minoranze umane, come gli uiguri, che invece reprimono senza pietà). Non si sa però dove la migrazione si fermerà, e se a quel punto sarà possibile lasciarli in pace o bisognerà trasferirli in una zona diversa. Quel che Plotkin, un esperto proprio di elefanti asiatici, raccomanda però è di non spostarli senza aver prima capito la ragione della migrazione e averla risolta: «Sennò vedrete che si rimetteranno in marcia».

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