Scoperta una "discarica" a cielo aperto di delfini: la rabbia degli ambientalisti

Alcuni dei delfini ammassati scoperti da Sea Shepherd. (foto di Sea Shepherd)
di Remo Sabatini
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Lunedì 18 Marzo 2019, 18:50

Drammatico spettacolo, quello capitato ad un gruppo di volontari di Sea Shepherd che, durante una attività di monitoraggio ambientale, si è imbattuto in un vero e proprio ammasso di delfini morti.
La scoperta, lungo la costa occidentale francese nell'area di Les Sables d'Olonne, località non distante dalla più nota Nantes. Gli animali, molti dei quali morti già da diverso tempo e in avanzato stato di decomposizione, erano ammassati l'uno sull'altro.

Chi li aveva portati fin lì? Impossibile dirlo con certezza. Di sicuro c'è che, chiunque sia stato, non si è preoccupato minimamente di nascondere in alcun modo le carcasse. Quasi che, quello, fosse ritenuto un sito sicuro dove poter scaricare qualsiasi cosa senza correre troppi rischi.

La scoperta, semmai ve ne fosse ancora bisogno, ripropone con veemenza la questione della pesca industriale d'altura, anche in Paesi come la Francia. 

"Sono centinaia, i corpi mutilati di delfini che continuano a spiaggiarsi lungo le coste atlantiche francesi, spiega in un coumicato l'organizzazione Sea Shepherd, e l'ammasso di corpi scoperto dai nostri volontari la dice lunga sulla drammaticità della situazione".

Secondo i ricercatori infatti, soltanto il 20% dei delfini uccisi finisce per arrivare sulle spiagge.
Dalla fine di dicembre ad oggi, il numero dei rinvenimenti è di 700 esemplari. Segno che la mattanza, in realtà, conta diverse migliaia di unità.

Come porre fine a quella che sta assumendo toni e numeri di una vera e propria strage?
"Il primo passo, continua il comunicato di Sea Shepherd, sarebbe quello di identificare chiaramente le imbarcazioni responsabili con, ad esempio, l'installazione di telecamere a bordo dei natanti. La Francia, non solo autorizza metodi di pesca distruttivi in aree molto sensibili ma permette, ai suoi pescatori, di poter rifiutare ogni tipo di controllo indipendente".

Sono di pochi giorni fa le immagini delle reti di alcuni pescherecci con al loro interno dei delfini.
Anche quei filmati erano stati realizzati da Sea Shepherd. "I pescherecci a strascico di Les Sables d'Olonne e Saint Gilled, sono stati filmati dalla nostra organizzazione, con delfini nelle proprie reti. Anche quei pescherecci, hanno rifiutato la presenza di osservatori".

La Francia è uno dei Paesi firmatari delle Convenzioni di Protezione dei Cetacei e si è impegnata ad incrementare le misure per ridurre al minimo le loro catture. "Va detto, conclude Lamya Essemlali, presidente di Sea Shepherd France, che a parte le dichiarazioni d'intenti rilasciate ogni anno attraverso cominicati stampa, il governo francese non prende sul serio questo problema e sembra essere più interessato a proteggere le sole necessità dei pescatori".

La riproduzione dei delfini, così come in altre specie di predatori marini, è molto lenta. Sono decine di migliaia, soltanto nel Mediterraneo e nell'Atlantico che bagna l'Europa, gli esemplari che finiscono nelle reti ogni anno. Numeri da capogiro che la Natura non sembra più essere in grado di sostenere.

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