«Il cane - spiega Marco Melosi, presidente dell'Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani (Anmvi) - è colpito quasi esclusivamente dal diabete di tipo 1, quello di tipo genetico, e le femmine affette risultano essere il doppio rispetto ai maschi. Anche alcune razze sono più a rischio: Setter Inglese, Yorkshire Terrier, Samoiedo, Terrier, Schnauzer Nano, Beagle, Barbone, Dobermann Pinscher, Golden retrive e Labrador». Nel gatto, invece si presenta più spesso il diabete di tipo 2 e sono più colpiti i maschi castrati. A differenza del cane, nei gatti il legame tra obesità e comparsa della malattia è stato chiaramente dimostrato. «Per questo - prosegue - parliamo quasi
di una malattia trasmissibile, poiché a trasmettergliela involontariamente è quasi sempre il padrone, con una alimentazione inadeguata».
Così come nell'uomo c'è però un problema di sotto diagnosi. «Abbiamo spesso animali portati in visita per una cataratta e si scopre che è una cataratta di origine diabetica» continua Melosi. A detta dell'esperto, se si vuole diagnosticare sul nascere un' eventuale forma di diabete il proprietario deve fare attenzione ad alcuni sintomi ben precisi, tra cui i principali sono sete intensa, perdita di peso, sonnolenza.
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