Baby squali venduti come souvenir, petizioni di protesta per fermare il macabro commercio

Baby squali venduti come souvenir. Petizioni di protesta per fermare il macabro commercio
di Remo Sabatini
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Mercoledì 28 Novembre 2018, 10:45
Sono già migliaia, le firme raccolte dalle varie petizioni, pubblicate anche on line, per fermare il commercio dei cuccioli di squalo, venduti come souvenir a Miami Beach. Decine, forse centinaia, di baby squali confezionati in piccole teche di plastica, infatti, sono stati trovati sugli scaffali di un noto mega store dedicato agli appassionati del surf della località turistica americana, in mezzo alle magliette, ai cappellini, alle tavole da surf.

L'episodio, non nuovo per il locale commerciale, nè per la città, ha lasciato stupiti. Certi "ricordini" di dubbio gusto infatti, come denunciato da molti dei firmatari delle petizioni in corso, si pensava fossero una macabra esclusiva di taluni mercati dei Paesi orientali dove, certe tradizioni, continuano a proliferare.

Da quì, la pubblicazione delle immagini e le denunce successive che hanno portato alle raccolte di firme per far cessare il triste mercato. Quello del traffico di animali che vengono utilizzati e venduti come souvenir, è un business che sembra non conoscere crisi. Anche in Paesi occidentali come gli Stati Uniti e la Spagna infatti, non è affatto difficile imbattersi in prodotti e gingilli di varia fattura, prodotti sulla pelle (e le pinne) di animali di varie specie.
Dalle teste di alligatori, alle mascelle di squalo, fino ai cavallucci marini essiccati, la scelta è ampia e fantasiosa.
Pezzi di natura morta, spesso in vendita per pochi spiccioli.
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