In 50 anni persi due terzi della fauna selvatica mondiale per colpa dell'uomo. Allarme WWF: «È un genocidio»

In meno di 50 anni persi quasi i due terzi della fauna selvatica. L'allarme lanciato dal WWF. (immagine pubbl da Ansa)
di Remo Sabatini
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Venerdì 11 Settembre 2020, 16:10
Il pianeta ha perso quasi due terzi della fauna selvatica in meno di 50 anni per colpa delle attività umane. Ad affermarlo il World Wide Fund for Nature (WWF) in un rapporto compilato in collaborazione con la Zoological Society of London che ha preso in esame 4.000 specie di vertebrati distribuite in quasi 21.000 popolazioni animali in tutto il mondo. Nel periodo che da dal 1970 al 2016, infatti, secondo il Living Planet Index, l'indice di riferimento pubblicato dal WWF ogni due anni, il 68% di animali selvatici sono scomparsi. Sul banco degli imputati, la devastazione del loro habitat naturale, distrutto in gran parte, per far posto all'agricoltura. Una tendenza, è stato sottolineato, che potrebbe alimentare anche il rischio di future pandemie, grazie a nuovi e ulteriori contatti tra uomo e animali selvatici che potrebbero moltiplicarsi.

Così, questa nuova accelerazione nella caduta della biodiversità che nell'ultimo rapporto che aveva preso in esame il periodo 1970/2014 si era attestata al 60%, preoccupa, e non poco, per il futuro della stessa umanità. "Per 30 anni, ha spiegato Marco Lambertini, direttore del WWF internazionale, abbiamo visto la caduta, accelerare e continua nella direzione sbagliata. Stiamo assistendo alla distruzione della natura da parte dell'umanità. E' un genocidio".
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