Andrea Papi ucciso dall'orsa JJ4, già due anni sfuggì all'abbattimento dopo aver ferito due cacciatori Via alla cattura: ecco il suo territorio

La Lav riuscì ad annullare la "condanna a morte" dell'orsa ordinata dalla Provincia di Trento

Andrea Papi ucciso dall'orsa JJ4, l'esami del Dna individua l'esamplare che già due anni fa era scampato all'abbattimento
di Paolo Ricci Bitti
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Mercoledì 12 Aprile 2023, 09:51 - Ultimo aggiornamento: 14 Aprile, 18:55

È iniziata la caccia all'orsa JJ4: l'esame del Dna non lascia dubbi, è lei ad avere ucciso il runner trentino Andrea Papi, di 26 anni, aggredito nei boschi sopra Caldes (Trento) lo scorso 5 aprile. Lo conferma la Procura della Repubblica di Trento, sulla base delle analisi genetiche effettuate nei laboratori della Fondazione Edmund Mach. L'esemplare di 17 anni era fra quelli sospettati fin dall'inizio anchè perché tre anni fa era finito al centro di una lunga disputa in seguito all'aggressione nei confronti di due cacciatori diretti a un appostamento. I due, Fabio e Christian Misseroni, padre e figlio, erano a pochi chilometri a valle del rifugio monte Peller. Erano apparsi all'improvviso da dietro un dosso e si erano trovati a tu per tu con l'orsa che era seguita da tre cuccioli.  Da allora, in un'assurda classificazione, l'orsa era stata definita "problematica" e inserita nell'elenco degli esemplari da tenere sotto osservazione. Salvo poi non riuscire a tenere in efficienza il radiocollare che le era stato applicato. Ora è in corso l'installazione delle trappole cilindriche per catturare JJ4 che dovrebbe essere poi soppressa, salvo che non venga inclusa fra gli orsi che saranno "deportati" altrove (dove? ancora non si sa). 

E poi già una volta JJ4 è scampata all'abbattimento e ha inoltre dimostrato di sapere resistere alle esche inserite nelle trappole:  carne fresca, mais e miele. Secondo le ultime rilevazioni l'orsa pesa circa 120 chilogrammi ed è lunga 1 metro e 90 centimetri, un metro al garrese.

Oggi, intanto, si terranno  i funerali del giovane runner nella chiesa parrocchiale di Caldes.

Come si legge sul sito della Lav (Lega Antivivisezione), l'orsa JJ4 "fino al giugno 2020 non aveva mai fatto “parlare di sé".

Poi l’incontro con due cacciatori che escono dal sentiero segnato per addentrarsi nel bosco verso il loro appostamento. JJ4 se li trova davanti all’improvviso, dietro un dosso, mentre è accompagnata dai suoi cuccioli: dallo “scontro” i due cacciatori ne escono con alcune ferite non gravi, ma tanto basta al Presidente della Provincia di Trento, Fugatti, per emettere un’ordinanza di abbattimento dell’orsa, che non tiene minimamente in considerazione le particolari condizioni che hanno causato lo scontro".

"Ci siamo opposti immediatamente a questa decisione, impugnando l’ordinanza al Tar di Trento, che, accogliendo il nostro ricorso, ha sospeso la “condanna a morte” per JJ4. 

Ma il presidente Fugatti non si è arreso, e ha emesso una nuova ordinanza che dispone la cattura dell’orsa e la reclusione nel recinto del Casteller. Abbiamo impugnato anche questa nuova ordinanza che è poi stata annullata dal Tar di Trento e quindi l’orsa JJ4 può continuare a scorrazzare libera nei suoi boschi in compagnia dei suoi cuccioli. Noi vogliamo che JJ4 resti libera per poter accudire e far crescere i suoi cuccioli. Non vogliamo che corra il rischio di finire come Daniza, uccisa dal maldestro intervento del veterinario che doveva sedarla. In Trentino gli orsi vengono catturati e imprigionati solo perché si comportano da orsi".

 

Chi è JJ4

L'orsa, 17 anni, è nata in Trentino da due esemplari provenienti dalla Slovenia, Joze e Jurka, rilasciati tra il 2000 e il 2001, nell'ambito del progetto Life Ursus. Dopo l'agggressione dei due cacciatori, padre e figlio, sul monte Peller. La Giunta provinciale di Trento ne aveva chiesto l'abbattimento. L'ordinanza di cattura, tuttavia, venne annullata dal Tar. JJ4 è stata dotata di radiocollare, che tuttavia al momento ha le pile scariche e non trasmette più i dati relativi agli spostamenti dell'esemplare. La notizia del riconoscimento dell'orso responsabile dell'uccisione di Papi è stata diffusa dalla Procura, in anticipo rispetto alla al deposito della relazione conclusiva dei consulenti, per «evidenti motivi di interesse e sicurezza pubblica». La Procura ha aperto un fascicolo modello 45, senza notizia di reato.

Reinhold Messner

«Orsi e lupi sono diventati un problema, per contadini, allevatori, abitanti, turisti. Ci vuole una legge chiara, che indichi chi decide il da farsi e cosa fare». Cosi Reinhold Messner in un’intervista a La Stampa. «Non si possono abbattere orsi e lupi, ma l’orso ha popolato i boschi in modo esagerato. Occorre dimezzarli. Uccidere l’orso che uccide è una soluzione a metà», aggiunge. E quindi «le norme devono decidere che abbattere i predatori e possibile, ma devono stabilire chi e come puo ordinarlo».

L'ordinanza della provincia di Trento

Sempre dal sito della Lav si apprende dell'ordinanza provinciale: "Intervento di rimozione di un orso pericoloso per l’incolumità e la sicurezza pubblica”. Questa la prima ordinanza firmata dal Presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti dopo la morte di Andrea Papi.

“Un provvedimento contingibile e urgente”, recita il documento, in base al quale il Corpo Forestale Trentino ha l’ordine di proseguire un monitoraggio intensivo nelle zone dove si è verificato l’incidente, procedere con l’identificazione genetica dell'individuo responsabile dell’aggressione di Andrea Papi e di procedere con la sua uccisione.

Inoltre, “eventuali orsi catturati e sospettati di essere l’orso ricercato saranno detenuti in cattività in attesa della conferma genetica”, che dia certezza della loro identità.

Lav - di legge sempre sul sito della Lega Antivivisezione in una nota firmata da Massimo Vitturi, area Animali Selvatici - come annunciato fin da subito, risponderà colpo su colpo a questa rappresaglia insensata nei confronti degli orsi voluta dal Presidente Fugatti, che non ha mai fatto nulla per garantire la sicurezza dei cittadini, informandoli ed educandoli ad una corretta convivenza con gli animali selvatici.

Il nostro Ufficio Legale è già a lavoro per impugnare questa ordinanza, che ha più il sapore di una vendetta nei confronti dell’orso, che non la ricerca di sicurezza per i cittadini attraverso la convivenza pacifica, nel rispetto della vita dei cittadini e degli animali. Ci opporremo al provvedimento e faremo ricorso al TAR.Massimo Vitturi, area Animali Selvatici

Lav è pronta a impugnare qualsiasi altro atto che metta a rischio la vita degli orsi, a cominciare da quello, annunciato ancora da Fugatti, che prevede di uccidere altri 60 individui per ridurre la presenza dell’orso nelle valli trentine.

Uccidere gli orsi non garantisce la sicurezza dei cittadini, ma versa solamente altro sangue innocente che va a sommarsi a quello già versato.

La sicurezza dei cittadini è esclusivamente legata alla responsabilità delle loro azioni nel momento in cui si trovano in un territorio in cui vivono gli orsi, riportati in Trentino dalla stessa Provincia autonoma. Per questo è importantissimo sapere come comportarsi nel caso ci si trovi in una zona frequentata dagli orsi e nel caso di vero e proprio incontro con un orso.

Un’informazione che doveva essere trasmessa ai cittadini proprio dalla Provincia di Trento, che invece negli ultimi 24 anni non ha fatto nulla. E oggi, non potendo più prevenire, se la prende con gli animali".

Popolazione raddoppiata

«La popolazione di orsi in Trentino e raddoppiata negli ultimi dieci anni (+100%) con una presenza stimata ora di un centinaio di esemplari che mettono a rischio la sicurezza dei cittadini, dei turisti e degli allevamenti». È quanto afferma la Coldiretti sulla base dei rapporti annuali elaborati dal settore grandi carnivori del Servizio faunistico della Provincia autonoma di Trento in occasione della conferma della Procura della Repubblica di Trento sulle responsabilita dell’orso JJ4 dell’uccisione del runner trentino Andrea Papi, di 26 anni. «Negli ultimi anni - sottolinea la Coldiretti - si e registrato un incremento della presenza dell’orso in Trentino con un aumento anche dell’areale occupato con singoli giovani maschi che sono stati segnalati fino in Piemonte, nelle zone di confine tra Tirolo e Baviera e in Friuli Venezia Giulia».

IL MINISTRO DELL'AMBIENTE

Su eventuali carenze sulla gestione degli orsi in Trentino «c'è un tavolo tecnico con la Provincia di Trento, l'Ispra e il Ministero. A chiusura del tavolo sarò in grado di dirlo». Lo ha detto il ministro dell'Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto, a margine di un convegno del Wwf a Roma sui crimini contro la natura.

LA NORMATIVA

«Ricordo a quelli che parlano di deportazioni, vendette e rappresaglie che la normativa prevede la conservazione delle specie protette, non la sopravvivenza di ciascun individuo appartenente a quelle specie. E soprattutto che il Piano di gestione dell'Orso sulle Alpi Pacobace, approvato dal Ministero all'Ambiente, da Ispra e dalle Regioni alpine nel 2008, prevede espressamente che già solo se un orso 'è ripetutamente segnalato in centro residenziale o nelle immediate vicinanze di abitazioni stabilmente in usò può essere abbattuto. Figurarsi dopo aver ucciso un uomo». Così in una nota il senatore e vicepresidente vicario del Gruppo per le Autonomie, Luigi Spagnolli. «Pertanto - aggiunge - tutti coloro che si schierano contro l'abbattimento di Jj4, di fatto chiedono di non rispettare la norma, il cui scopo è la salvaguarda della pubblica sicurezza. Comodo farlo, dato che non dovranno mai risponderne, anche se il mancato abbattimento di Jj4 richiesto nel 2022 è stato causato anche da certe affermazioni di un animalismo utopista che hanno condizionato i magistrati che hanno bloccato la cattura dell'esemplare». «Come ha detto la Senatrice Julia Unterberger, è come se ci fossero squali davanti alla spiaggia di Rimini e si dicesse ai cittadini di rinunciare per sempre al mare, perché gli squali hanno diritto a stare in acqua. Mi permetto di consigliare ai sostenitori dell'orsa che intendessero organizzare manifestazioni a suo favore di starsene lontani dalla val di Sole: gli orsi non distinguono i loro sostenitori dagli altri umani», conclude Spagnolli.

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