Ecco il menù rinascimentale nel cuore di Trastevere al Voi Donna Camilla Savelli Hotel

Ecco il menù rinascimentale nel cuore di Trastevere al Voi Donna Camilla Savelli Hotel
di Francesca Spanò
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Venerdì 7 Dicembre 2018, 22:24 - Ultimo aggiornamento: 22:25

Un’esperienza a tavola che incanta i cinque sensi e regala un viaggio nel tempo, più o meno alle origini di un hotel che ha una lunga tradizione come istituzione religiosa. Il Voi Donna Camilla Savelli ha inaugurato il ristorante Il Ferro e il Fuoco, dove oltre a gustose pietanze à la carte, è possibile provare il menù rinascimentale, il più richiesto e apprezzato da turisti di passaggio, clienti affezionati o residenti che scelgono un pasto particolare nel cuore del quartiere di Trastevere. Il locale è l’ultimo capitolo di una ristrutturazione importante che ha interessato quello che un tempo era un convento e che oggi è una delle punte di diamante della catena VOIhotels. Le linee eleganti che ne tratteggiano i contorni sono nate dal genio dell’artista Francesco Borromini, mentre la fondatrice è stata nel 1642 la nobildonna Camilla Virginia Savelli, duchessa di Latera e moglie di Pietro Farnese. La stessà commissionò all’artista la struttura religiosa di Santa Maria dei Sette Dolori e l’annessa Chiesa. Oggi, rispettando il progetto originario all’hotel si aggiunge il ristorante.

Come nasce il menù rinascimentale

Il giovane Chef Emidio Gennaro Ferro, originario di Salerno è la mente del “Ferro e Fuoco” e propone piatti che rappresentano un perfetto mix tra storia e innovazione, ma è con il Menù Rinascimentale che il percorso enogastronomico raggiunge livelli di eccellenza e originalità. Un progetto ideato dalla direttrice Elena Prandelli, con una lunga esperienza nella gestione di dimore storiche. “Ho fortemente voluto questo menù ricreando il contesto, per dare un’opportunità gastronomica oltre che storica ai clienti.  – conferma – Cercavo qualcosa che riproponesse i sapori antichi e regalasse un’esperienza completa, non solo visiva. Mi sono messa letteralmente a studiare essendo anche un’appassionata di storia, cercando di reperire le ricette originali ovunque, anche nelle biblioteche legate in particolare al tema del Rinascimento o tra le pagine di testi antichi. Ho cercato di metterne insieme tante, anche parecchio complicate”. Al momento il menù completo, che può essere però scomposto a seconda del gusto dei clienti, comprende il pasticcio rinascimentale con ragù di carni bianche e salsa al tartufo, gli gnocchi di formaggio fresco con burro e salvia (polpettine di formaggio, realizzate con farina e uova usate come legante) e galletto alle arance amare con acqua di rose. “Gli gnocchi li facciamo noi e sono il risultato di ore di prove, prima del risultato finale. Ben più complicato è stato trovare qui le arance amare, ma alla fine grazie a un mio collaboratore che vive ai Castelli Romani, abbiamo scoperto un campo dove vengono prodotte e da lì le acquistiamo. - ha continuato la direttrice –Insieme allo chef siamo andati a studiare composizioni e ricette, ma io sono la parte teorica, lui resta la mano pratica dell’iniziativa”. Ai piatti, ovviamente, vengono accostati dei vini. Chiunque può prenotare una cena o un pranzo al ristorante, anche se non pernotta nell’hotel e chi sceglie la degustazione completa del menù rinascimentale, comprensivo di vini, paga in tutto 55 euro.

Il progetto continua…

Nei prossimi mesi dovrebbe essere presentato un nuovo menù che riprende “la cucina romana nei conventi del Seicento”. Sono in corso le ricerche e gli studi per reperire ingredienti, accostamenti e ricette dell’epoca che possano permettere ai clienti di continuare il proprio viaggio nella storia e nel tempo, attraverso questo gioiello che Roma aveva nel tempo dimenticato.

Qualche curiosità sui tesori architettonici dell’hotel

Il Chiostro del Monastero è composto da una serie di campate, i cui archi esterni, probabilmente nel Settecento sono stati chiusi con finestre. Le lunette sono invece arricchite di dipinti di maestri romani e ai tre lati, il Monastero era ed è circondato dal Giardino, con un disegno del 1864. La facciata della chiesa richiama lo stile del Borromini, mentre le camere dell’hotel (dotate di tutti i moderni comfort) sono le originarie celle delle suore.
 
 

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