Burro svizzero, trovate tracce di petrolio nei panetti dei supermercati Coop e Lidl: «Sono impurità»

La scoperta tramite le analisi della Federazione Romanda dei Consumatori

Burro svizzero, trovate tracce di petrolio nei panetti dei supermercati Coop e Migros: «Sono impurità»
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Giovedì 9 Marzo 2023, 13:46 - Ultimo aggiornamento: 17:51

Suona un campanello d'allarme nei supermercati della Svizzera: dalle analisi su 13 panetti di burro, effettuate su mandato di SRF e della Federazione romanda dei consumatori, sono emerse tracce di sostanze "Mosh" (idrocarburi di olio minerale saturo), derivati del petrolio di cui non si conoscono ancora a pieno i potenziali rischi per la salute: «Non hanno posto negli alimenti, si tratta di impurità», ha sottolineato Pius Kölbener, chimico cantonale sangallese che da anni si occupa del problema.

Come riporta la RSI, la presenza di residui negli alimenti può avere diverse origini: imballaggi, mangimi o anche macchinari per la lavorazione. In Svizzera non vige un limite massimo per questo tipo di sostanze negli alimenti, tuttavia l'Associazione tedesca dell'industria alimentare (BVE) raccomanda tuttavia che la concentrazione non superi i 22mg/kg

I test di laboratorio in Svizzera hanno evidenziato che il limite raccomandato dagli esperti tedeschi era stato superato in almeno quattro prodotti dei 13 analizzati: due panetti di burro della Coop (targati Prix Garantie e Naturaplan), uno della Lidl (Milbona) e uno della Migros (Migros Bio).

Tra questi, il burro della Migros e il Naturaplan della Coop erano anche etichettati come "bio".

La notizia ha creato qualche imbarazzo alle aziende della distribuzione coinvolte: la Migros ha fatto sapere che i suoi fornitori stanno cercando di risolvere il problema da anni. Coop invece dichiarato che rafforzerà i suoi controlli interni e introdurrà all'occorrenza nuove misure.

 

La normativa europea sui residui Mosh

Attualmente non sono ancora presenti specifiche norme a livello comunitario che definiscono limiti critici per i derivati Mosh e Moah (oli minerali idrocarburi aromatici). Questo perché la stessa Commissione Europea - riferisce Il Salvagente - si trova in difficoltà nel definire metodiche di analisi standardizzate e in grado di fornire risultati affidabili sulla presenza e la tossicità di queste sostanze.

Tuttavia, secondo alcuni recenti studi del gruppo Contam (esperti sui contaminanti nell’ambito delle catene alimentari) dell'Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) i contaminanti Moah sono potenzialmente cancerogeni e genotossici, mentre i Mosh tendono ad accumularsi nel corpo e possono arrecare danni al fegato.

Il 16 Gennaio 2017 la Commissione UE ha emanato la Raccomandazione 2017/84, relativa al monitoraggio dei livelli di queste sostanze nei prodotti alimentari e negli imballaggi a contatto con i prodotti, a cui ha aderito anche l'Italia: il nostro Paese ha adottato un piano di sorveglianza gestito direttamente dal ministero della Salute con il supporto dell’Istituto superiore di sanità (Iss).

Ma nonostante ciò, come riferisce la no-profit per la sicurezza alimentare Foodwatch, ad oggi non esiste un obbligo di tolleranza zero che protegga i consumatori europei dall'olio minerale negli alimenti. Motivo per cui la no-profit da anni conduce campagne affinché tale obbligo venga istituito dalle autorità dell'Ue.

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