Presentata dal presidente IIAS, Vittorio Gagliardi, insieme a Massimiliano Dona, (presidente Unione Nazionale Consumatori) la ricerca rileva che il 44% degli italiani, quasi 1 su 2, porta in tavola almeno 1 volta a settimana un alimento surgelato. Tra i consumatori abituali quasi la metà sono uomini nella fascia di età 35-54. Ma, nonostante siano sempre presenti nei freezer delle nostre case, l'indagine rivela poca conoscenza di aspetti importanti come i valori nutritivi o la sicurezza e modalità di consumo dei prodotti «sotto zero». Ecco in sintesi i dieci punti del decalogo IIAS. «Congelato» e «surgelato» non sono la stessa cosa. «I cibi congelati - spiega Gagliardi - sono soggetti al momento dello scongelamento, a una parziale perdita dei valori nutritivi e organolettici. Nei prodotti surgelati, invece, la rapidità di raffreddamento determina la formazione di micro-cristalli di acqua che non danneggiano la struttura biologica degli alimenti, lasciando nel prodotto pressoché intatte le proprietà nutrizionali».
A casa non si può «surgelare» come pensa invece il 43,5% degli Italiani, ma solo congelare; la surgelazione, infatti, è una tecnica industriale. Scongelare un prodotto surgelato a temperatura ambiente è sconsigliato: «Il modo migliore per scongelare un prodotto "sotto zero" - suggerisce Gagliardi - è direttamente in pentola o qualche ora in frigorifero, oppure se si ha fretta imbustato sotto l'acqua corrente». Da sapere che il prodotto scongelato può essere ricongelato ma a una sola condizione: che venga prima cotto. Pratica ignorata, secondo la Doxa, da ben 9 consumatori su 10. Gli altri 5 punti del decalogo consigliano di leggere bene le etichette, informano che i surgelati non contengono conservanti aggiunti e che le verdure surgelate sono analoghe a quelle fresche in termini di vitamine e nutrienti così come il pesce fresco e il surgelato hanno lo stesso valore nutritivo.
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