Pasqua, caro-prezzi: il pranzo ci costerà 100 milioni in più. Aumenta la spesa media per le famiglie

Pasqua, caro-prezzi: il pranzo ci costerà 100 milioni in più. Aumenta la spesa media per le famiglie
di Valeria Arnaldi
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Martedì 5 Aprile 2022, 12:51 - Ultimo aggiornamento: 7 Aprile, 18:05

Sono i rincari la “sorpresa” - annunciata - di Pasqua. Gli aumenti nei costi di materie prime ed energia peseranno anche sulla spesa per la festa. Stando agli esperti, il pranzo pasquale al ristorante costerà circa trecento euro in più a famiglia. Rincari ci saranno anche per chi deciderà di organizzare il pranzo pasquale in casa: il costo salirà dai 55 euro dello scorso anno ai 70/80 di quest’anno. Insomma, la tavola sarà più salata, per tutti e, di conseguenza, per molti più “magra”.

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La “stangata” sui dolci di Pasqua 

Secondo il Codacons, la Pasqua, quest’anno, agli italiani costerà circa 100,3 milioni di euro in più solo per gli acquisti alimentari:  la spesa per il pranzo pasquale «passerà, a parità di consumi, da 1,7 miliardi di euro del periodo pre-Covid, nel 2019, a oltre 1,8 miliardi di euro del 2022». La spesa media, per chi festeggerà in casa, si attesterà intorno a 70/80 euro a famiglia. Lo scorso anno è stata di circa 55 euro, fermo restando che anche la pandemia ha lasciato il segno sulla tavola delle feste e sulla modalità di celebrare le ricorrenze. Basta guardarsi intorno per misurare gli aumenti. L’associazione registra un rialzo del 23,3 per cento per l’olio di semi, del 17,4 per cento per il burro, del 10 per cento per la farina  del 4,5 per cento per le uova.

I più colpiti dunque sono gli ingredienti per gran parte dei dolci pasquali. Sale anche la pasta, con rincari del 13 per cento. Cresce, inoltre, la spesa per l’agnello, simbolo della festa, con aumenti del 4,9 per cento. Sensibile anche la crescita nei prezzi delle verdure, con un rialzo del 17,8 per cento, e della frutta, con l’8,1 per cento.

 

Le cause degli aumenti annunciati nella tavola pasquale

Le prospettive 2022, stando a Ismea,«sono influenzate dalla crescita dei prezzi dei prodotti alimentari, dalla riduzione del potere d’acquisto delle famiglie per l’aumento delle bollette e dalla nuova incertezza sulla ripresa economica nello scenario di crisi determinato dalla guerra tra Russia e Ucraina». Il conflitto incide anche sulla difficoltà di reperire materie prime, in particolare farine e prodotti della panificazione. La Russia rappresenta circa il 20% dell’export globale del grano tenero, l’Ucraina il 10% del grano tenero e il 15% del mais. Per Ismea, ciò si potrebbe tradurre in un verosimile mancato afflusso sui mercati pari al 30% del grano tenero e al 15% del mais, che «nella seconda settimana di marzo hanno raggiunto valori record rispettivamente di 398,82 euro/tonnellata (+27,8% rispetto a febbraio) e 402,38 euro/t il mais (+43,4%)». E i rincari interessano anche molti altri ambiti, visto che per i fertilizzanti, dei quali la Russia è grande produttrice, si registrano prezzi addirittura triplicati. Ai rialzi nei prezzi delle materie prime si aggiungono gli aumenti nei costi dell’energia e dei trasporti, perfino degli imballaggi. Tutte “spese” che si fanno sentire nel prezzo dei prodotti al consumatore.

Pasqua “salata” per gli italiani anche al ristorante

Più elevato anche il costo della Pasqua al ristorante. A lanciare l’allarme è Cna Veneto che stima un aumento di circa 300 euro a famiglia nella spesa per la tavola pasquale. D’altronde, i segnali - e rincari - già si erano visti a fine 2021. Secondo l’analisi del centro studi Cna, per la farina di grano duro si arriverà a un aumento addirittura del 100 per cento, “solo” del 38 per cento per quella di grano tenero. A ciò si aggiungono i costi dell’energia, che per i forni saliranno del 300 per cento. 

Feste sì ma con misura, la “dieta” pasquale

I rincari hanno conseguenze dirette anche sulle abitudini. La tavola pasquale sarà più “snella” per molti. Da un sondaggio di Radar Swg emerge che il 66 per cento degli italiani ha già ridimensionato le spese per ristoranti e pizzerie, il 14 per cento lo farà a breve. «La fiammata inflazionistica e la guerra in Ucraina hanno fatto esplodere i timori per l’andamento dell’economia. Preoccupazione per il futuro e aumento dei prezzi, considerato per lo più non realmente giustificato, rischiano di avere un effetto dirompente sui consumi, con oltre due terzi degli italiani che ha già cambiato le proprie abitudini, in modo selettivo». Il 76 per cento ha registrato un incremento nella spesa degli alimentari, il 56 nei ristoranti e nelle pizzerie. E così, il 48 per cento ha ridotto la spesa per alimentari e prodotti per la casa, il 47 per cento ripiega su soluzioni più economiche. Il 54 per cento ha ripensato al ribasso la spesa per ristoranti e pizzeria, il 21 per cento ha addirittura rinunciato. E non manca chi corre ai ripari, accumulando scorte. In primo piano, pasta e farina, poi olio e prodotti a lunga conservazione. “Ingredienti” base per la tavola della festa e non solo.

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