Giancarlo Morelli: «Fornelli e musica, la mia cucina del cuore al Pomiroeu»

Giancarlo Morelli: «Fornelli e musica, la mia cuina del cuore al Pomiroeu»
di Rita Vecchio
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Venerdì 6 Luglio 2018, 08:36 - Ultimo aggiornamento: 11 Settembre, 10:30

La semplicità come scopo, l’estrosità come fine e la simpatia come mezzo. Giancarlo Morelli vince. E la sua filosofia si materializza nello stellato Pomiroeu di Seregno (Mi) e al Mixology Food Bar, nell’Hotel Viu Milano, in una cucina tecnologica dove poi però ti ritrovi i vinili di Norah Jones, AC/DC, The Blues Brothers e Pink Floyd.
 

 


Musica e cibo?
Metto insieme le mie passioni. Sono nato in fattoria, educato al “boccone del prete”, alle cose sane e allo stare bene. La scelta di fare il cuoco credo sia stata fatta inconsciamente quando un giorno - avevo otto anni - sentii un odore acido di pomodoro stracotto provenire dalle cucine delle suore. Ho detto: mai più!L’alberghiero a Bergamo, poi gli Stati Uniti, gli imbarchi nelle “Love Boat”, la Francia. 

Ama viaggiare?
Tantissimo. E ai miei tempi, non era facile. Ci volevano soldi. Fare il cuoco poteva essere un escamotage per girare il mondo.

Un aneddoto? 
Per un errore di imbarco, mi fecero alloggiare nella parte della nave destinata ai pakistani. Le loro cabine erano vicino alle sale motori, rumorosissime e con letti a castello. Adattarsi alla loro cultura è stato duro ed è lì che ho capito che la mia vita sarebbe stata in salita. 

Il viaggio l’ha cambiata? 
Mi ha fatto capire come si sente un emigrante. Io lo sono stato, e so quanto è difficile. In Francia, dove l’italiano era visto un po’ come uno sfigato, tornavo a casa e mi capitava di piangere. La vita va affrontata. Le esperienze difficili, insegnano. E non c’è Masterchef che tenga.

Farebbe Masterchef
Certo che sì. Vedo i miei amici che si divertono un sacco. 

Tre elementi.
Cuore, riso e mais. Il cuore comanda, il riso è il cibo del mondo, il mais è il ricordo della mia infanzia. Penso di essere un cuoco di cuore, con una cucina semplice e diretta. 

Una regola? 
Il rispetto.

La sua è una cucina etica. 
Bisogna sensibilizzare al cibo, alla sostenibilità e alla stagionalità dei prodotti. Per questo appoggio in pieno Care’s di Norbert Niederkofler o il nuovo progetto di Pino Cuttaia, Cookin Med. Dobbiamo tornare a essere rurali e i giovani devono dedicarsi alla terra, senza sfruttarla. Non si deve parlare di prezzi, ma di qualità.

Chi è Morelli?
Uno chef che ascolta la sua squadra.

Allegro. Scherzoso. Curioso. E che ama la vita. 

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