Insetti da mangiare: hanno più antiossidanti dell'olio d'oliva, qualità superiori al succo d'arancia

Insetti da mangiare: hanno più antiossidanti dell'olio d'oliva, qualità superiori al succo d'arancia
2 Minuti di Lettura
Venerdì 12 Luglio 2019, 18:53 - Ultimo aggiornamento: 28 Febbraio, 01:33

La ricerca italiana che non ti aspetti: negli insetti più antiossidanti che nell'olio d'oliva, qualità superiori anche al succo d'arancia. Se gli insetti fossero in commercio, al banco del supermercato, di sicuro avrebbero una qualità nutrizionale da promuovere: sono pieni di antiossidanti. I grilli racchiudono il 75% del potere antiossidante del succo dell'arancia appena spremuta e il grasso del baco da seta ha due volte i valori dell'olio d'oliva.

Insetti da mangiare, il primo allevamento italiano festeggia un anno

Zanzare, svelato perché pungono solo alcune persone: colpa dei microbi sulla pelle

 




A dirlo è una ricerca tutta italiana realizzata dall' Università di Teramo e pubblicata sulla rivista scientifica Frontiers in Nutrition and Sustainable diets. «Almeno 2 miliardi di persone, cioè un quarto della popolazione mondiale, mangiano regolarmente insetti - dice l'autore principale dello studio, Mauro Serafini, docente di nutrizione umana nell'ateneo abruzzese - gli insetti commestibili sono un'ottima fonte di proteine, acidi grassi polinsaturi, minerali, vitamine e fibre, ma fino ad ora nessuno li aveva confrontati in termini di attività antiossidante con cibi funzionali classici come l'olio d'oliva o il succo d'arancia».

Estratti di cavallette, bachi da seta e grilli hanno mostrato i più alti valori di capacità antiossidante (anche cinque volte superiori a quelle del succo d'arancia fresco).

Le cicale e i bachi da seta hanno mostrato, invece, due volte di più l'attività antiossidante dell'olio d'oliva. «Non è possibile però dire che siano 'superfood' perché lo studio è stato condotto in vitro e si tratta di una potenzialità del cibo - ha aggiunto - ora bisognerà, con nuove ricerche, capire l'effettiva biodisponibilità degli antiossidanti valutando cosa succede nell'organismo dopo averli mangiati».

© RIPRODUZIONE RISERVATA