Quando hanno deciso il nome che avrebbero voluto dare al loro gin immaginavano certamente che qualche polemica avrebbe generato, ma mai che avrebbero dovuto rivolgersi al Tribunale per poter registrare il marchio. Alla fine, dopo un anno e mezzo, l'hanno spuntata loro e ora sul mercato c'è un gin che si chiama “Vagin”. Un'idea - spiegano Francesca Fiumara, 26 anni, e Tiziano Ballardini 34, entrambi barman - nata dal desiderio di ribaltare il mondo «rigido e maschilista» dei bar brand. «L'ingrediente segreto non è il pepe - sottolineano -, ma proprio la profonda ironia che ruota intorno a questo gin che si schiera contro gli stereotipi di genere».
Riuscire a spuntarla con «la morale» non è stato per niente facile. «In prima battuta ci è stata rifiutata la registrazione del marchio perché non rientrava nei canoni del “buoncostume”- ha raccontato Francesca alla Dire - canoni che francamente troviamo abbastanza obsoleti. Penso che nel 2021 si possa pronunciare tranquillamente la parola “vagina”, anzi, dovrebbe essere detta più spesso, piuttosto che utilizzare altri termini più denigranti».
Per fare valere le proprie ragioni, poi, i due giovani imprenditori hanno dovuto chiedere l'intervento di un avvocato.