Dal Fancy Food Show, l'Italia guarda alla costa ovest degli Usa come nuova frontiera per le esportazioni

L’Italia, forte nelle specialità regionali e con uno storytelling iinvidiabile, ha registrato ancora una volta la maggiore presenza internazionale alla fiera

Dal Fancy Food Show, l'Italia guarda alla costa ovest degli Usa come nuova frontiera per le esportazioni
di Antonella Ciancio
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Martedì 17 Gennaio 2023, 20:55 - Ultimo aggiornamento: 20 Gennaio, 17:12

Riparte dal Las Vegas e dalla frontiera della costa ovest degli Stati Uniti la scommessa italiana di consolidare le esportazioni agroalimentari nel mercato nordamericano puntando su prodotti di fascia alta.

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Dopo un anno positivo per le vendite oltreceano ma non senza difficoltà tra costi e disponibilità di materie prime, si respirava aria di fiducia nel 2023 tra gli oltre 70 espositori italiani che hanno partecipato alla 48esima edizione invernale del Fancy Food Show, la fiera delle specialità alimentari più grande del Nord America che si è conclusa martedì.

L’Italia, forte nelle specialità regionali e con uno storytelling iinvidiabile, ha registrato ancora una volta la maggiore presenza internazionale alla fiera, dove quest’anno l’Unione Europea ha debuttato con un suo padiglione. 

“Gli ultimi due anni sono stati particolarmente importanti per il mercato italiano perché abbiamo visto l’enorme crescita e l’interesse per i prodotti italiani”, dice Bill Lynch, presidente della Specialty Food Association (SFA) che organizza il grande evento fieristico, che tornerà a New York in estate per l'edizione dove l'Italia partecipa con oltre 300 aziende.

Nel 2023, Lynch si aspetta un tasso di crescita delle specialità agroalimentari superiore a quello dei prodotti tradizionali.

Il 76% dei consumatori americani hanno comprato specialità, di cui la maggior parte dall’Italia, aggiunge. Per l’Italia l’obiettivo è crescere in un settore che negli Usa valeva 175 miliardi di dollari nel 2021.

“L’Italia si è presentata con il più grande contingente mai visto in una manifestazione come questa”, spiega Antonino Laspina, direttore dell’Agenzia ICE di New York e coordinatore della rete USA.

In base ai dati elaborati da ICE New York, e secondo i dati del Dipartimento del Commercio Usa, da gennaio a settembre le esportazioni di agroalimentare e vino italiani negli Usa erano cresciute dell’11,2%. La stima a valore è di circa 3 miliardi di dollari, che sale a 5.3 miliardi circa se si sommano le esportazioni di vino.

“Alla fine del 2022 abbiamo realizzato una crescita considerevole, andavano meglio a metà anno ma chiudiamo con valori intorno al 10%”, dice Laspina. A trainare le eccellenze made in Italy negli Usa è la scoperta dell’aperitivo, con affettati di salumi e formaggi.

Per avvicinare buyer e addetti ai lavori, la fiera ha ospitato più aree dedicate ai live tasting, show cooking ed educational, in un “un vero tour esperienziale”, spiega Donato Cinelli, presidente di Universal Marketing, agente esclusivo per l’Italia della SFA.

“Lo scorso anno si parlava di problem solving, di supply chain, quest’anno si parla di futuro. Anche se la tempesta non è ancora terminata, si prospetta un 2023 in leggero miglioramento rispetto allo scorso anno”, dice Leo Nucera, direttore vendite e marketing di Agritalia, tra le società leader italiane nella logistica e nella marca privata, specialmente pasta e olio d’oliva.

Una nota di preoccupazione viene dal settore olivicolo che si appresta a una delle peggiori campagne nella storia con un calo della materia prima del 30% che farà salire i prezzi, spiega Dusan Kaljevic, Ad di Filippo Berio USA. “Per noi la priorità sarà approvvigionarci dell’olio ma soprattutto mirare a qualità di alto livello nonostante la scarsità del prodotto”.

L'anno delle fiere agroalimentari è cominciato. La prossima tappa americana sarà il 25-27 giugno a New York.

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