Cavalletti, il millefoglie della regina raddoppia e l'eccellenza romana guarda all'estero

Baby-Millefoglie Cavalletti
di Valeria Arnaldi
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Sabato 3 Aprile 2021, 17:44

Il millefoglie per la festa di diciotto anni della figlia di Margherita Buy. Quelli per festeggiare le lauree di Saverio Raimondo e suo fratello.  E poi, compleanni, anniversari, celebrazioni dei romani. Quando in Rete, mesi fa, iniziò a diffondersi la notizia della chiusura di Cavalletti, storico regno del millefoglie a Roma, riferimento per i golosi in città, fu un tam tam di storie e messaggi, tra nostalgia, ricordi e ovviamente gola.

Dopo mesi di chiusura, da marzo a settembre scorso, Cavalletti, che festeggia i suoi settant’anni, ora raddoppia, con un nuovo indirizzo in via di Vigna Stelluti. La pasticceria, attiva dal 1951, è stata salvata dalla probabile chiusura dovuta all’emergenza sanitaria grazie a un’operazione messa a segno da Christian Delle Fave, imprenditore del Food che ne ha preso in mano le redini. «Non potevo lasciare che la città perdesse una delle sue pasticcerie più iconiche – commenta Delle Fave – Cavalletti è un autentico orgoglio di Roma».

Ora si guarda avanti e la  tradizione sarà lanciata anche sul mercato internazionale con nuovi format.

D’altronde, quando il millefoglie di Cavalletti è arrivato all’estero ha conquistato subito i riflettori. Tra i fan del dolce della pasticceria romana, c’è, infatti, la regina  Elisabetta. «A farglielo assaggiare per la prima volta fu un ambasciatore britannico in servizio a Roma – racconta Valter Luzi, pastry chef di Cavalletti dal 1996 – e da quel momento ogni anno una delle nostre torte Millefoglie veniva spedita direttamente a Buckingham Palace».

E così, in via Nemorense, cuore dell’azienda, tutto rimarrà esattamente com’era. Luzi, che da venticinque anni ne guida la cucina, continuerà a farlo. «L’eccellenza non si cambia» è la filosofia di Delle Fave. Ma si aggiunge la "boutique" in Vigna Stelluti, guidata dal manager  Simone Braghetta, in una selezione di classici ma anche dolci inediti. Per creare, magari, nuove consuetudini di gusto.

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