In alto i boccali: tutti pazzi per le birre di Natale, ecco come scegliere

In alto i boccali: tutti pazzi per le birre di Natale, ecco come scegliere
di Andrea Febo
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Martedì 11 Dicembre 2018, 00:08
Fresca, aromatica e simbolo di una convivialità più semplicemente fruibile, la birra ha ormai sdoganato il concetto di “bionda”, rimanendo il simbolo di una beva informale, divertente e conviviale. I birrifici e i micro-birrifici artigianali, sempre più al centro dell’attenzione come garanti di buona qualità, ormai da anni sono impegnati per offrire una serie di prodotti brassicoli all’altezza dell’evoluzione dei palati.

Birra e cibo s’incontrano non solo negli abbinamenti, ma anche nelle concezione di nuovi piatti e nuove birre. Uno degli esempi più attuali, considerato il periodo, è proprio quello delle gastronomiche Birre di Natale. Le Kerstbier, per dirlo in lingua fiamminga, dove Kerst significa proprio Natale.

C’è da precisare una cosa importante però, come affermano Andrea Turco di Radiocronache di Birra e Salvatore Cosenza di Unione Degustatori Birre, “le Kerstbier non sono un vero e proprio stile brassicolo, ma una famiglia di stili che rappresenta uno stagionale periodo produttivo che risale fino al Medioevo”. Non una trovata commerciale quindi, ma una tradizione che radica le sue origini in terra belga, trovando poi aderenza in molti altri paesi compreso l’Italia. Nell’area anglosassone, per esempio, c’è tutto quel filone chiamato Winter Warmer, che ricalca la contaminazione con i sentori del periodo natalizio. Dalla Germania ce ne aspetteremmo di più, ma gli addetti ai lavori e gli appassionati sanno che in terra tedesca vige il Reinheitsgebot, che tradotto sarebbe l’Editto di purezza, una norma promulgata da Guglielmo IV di Baviera nella città di Ingolstadt il 23 aprile 1516, atta a regolamentare la produzione e la vendita della birra in Baviera e secondo la quale nel processo di brassificazione non sono tollerati ingredienti diversi da quelli classici (di quel tempo).

Tornando alle birre di Natale, quali sono i sentori che le identificano?

Beh non è difficile immaginare le spezie come attrici principali, confermando le classiche quali lo zenzero, la cannella e i chiodi garofano a caratterizzare delle birre ben strutturate, con una gradazione alcolica superiore alla media e capaci di accompagnare bene la cucina ricca di grassi dell’inverno.

Anche la birra ha bisogno di affinamento e maturazione, specialmente quando a doversi equilibrare sono quei sentori complessi che gli danno corpo e struttura. Nel caso delle Kerstbier ci vogliono almeno sei mesi di riposo, prima di essere bevute, questo significa che la produzione di una buona birra termina con l’imbottigliamento estivo.

Le spezie hanno l’affascinante capacità di poter attraversare il mondo libere dalle stagionalità, entrando trasversalmente in moltissime tradizioni territoriali, compresa quella brassicola. Anche se i natali belga la fanno da padrone tra le Birre di Natale, in Italia vengono prodotte delle Kerstbier molto interessanti, come la Brighella del Birrificio di Lambrate di Milano o la Orange Poison del Birrifico Pontino, in provincia di Roma, quest’ultima una vera e discontinua scommessa con l’intento sorprendente di voler riprodurre il sapore del classico tortellino mantovano.

Per tutti i curiosi e gli appassionati, tra Roma ed Essen (Belgio), il 15 e il 16 dicembre 2018 saranno due giorni dedicati alle Birre di Natale.

Nella Capitale il weekend sarà animato dalla 13° edizione di Birre Sotto l’Albero, divisa tra Ponte Sisto e Trastevere, mentre in Belgio si consacrerà la 25° edizione del Kerstbier Festival, con circa 200 birre di Natale a etichetta belga.

Se mai ce ne fosse bisogno, anche il Natale è un buon motivo per farsi una birra.

 
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