Il rischio è la perdita dei sapori ma anche un'ulteriore omologazione della dieta. Basti pensare che la produzione mondiale di bestiame si basa su circa 40 specie animali; la stragrande maggioranza di carne, latte e uova deriva dunque da poche razze allevate. Il rapporto denuncia anche l'aumento della percentuale di stock ittici sovra-sfruttati e la perdita di piante, animali e microrganismi (insetti, pipistrelli, uccelli, mangrovie, coralli, piante marine, lombrichi, funghi, batteri) che mantengono i terreni fertili, impollinano le piante, purificano l'acqua e l'aria. Tra le cause i cambiamenti nell'uso e nella gestione della terra e dell'acqua, seguiti da inquinamento, sovra-sfruttamento, cambiamenti climatici, crescita della popolazione e urbanizzazione.
Non fa eccezione l'Italia, anzi.
Secondo un'analisi Coldiretti, «sono scomparse dalla tavola tre varietà di frutta su quattro nell'ultimo secolo. In Italia nel secolo scorso - sottolinea - si contavano 8.000 varietà di frutta, mentre oggi si arriva a poco meno di 2.000. Di queste 1.500 sono considerate a rischio di scomparsa». «Occorre fare di più per fermare la perdita di biodiversità alimentare e agricola» è l'appello del direttore generale della Fao, José Graziano da Silva.
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