Il regista abruzzese Walter Nanni non ci sta alle commemorazioni pubbliche su Giovanni Falcone

Walter Nanni
di Sabrina Giangrande
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Domenica 24 Maggio 2020, 07:30 - Ultimo aggiornamento: 11:04
«Mi dispiace ma io il 23 maggio non metto nessuna foto di Giovanni Falcone sui miei Social e non partecipo a nessuna commemorazione pubblica».

A squarciare il cielo, a poche ore dalla giornata commemorativa del giudice Falcone, sono le lucide parole del regista abruzzese Walter Nanni, che fanno rumore, «scritte di pancia», come da lui successivamente affermato, e appaiono come un fulmine in piena notte, che fa sentire il suo boato soltanto dopo il suo lampeggio esplosivo.

E’ apparso sul suo profilo social, un post  del poliedrico regista, autore, attore, reporter, nato a Pescara quarantasei anni fa, ed è il suo quanto mai diretto pensiero dedicato al giudice Giovanni Falcone.

«Tenetevela voi questa memoria vuota. Per me Falcone, dal punto di vista etico - morale è stato quasi un padre, una fonte d’ispirazione. Non so quanti lavori ho fatto per celebrare la sua memoria in tutti questi anni, anche nelle scuole, fin dentro l’aula bunker di Palermo. Come me migliaia di altre persone che hanno creduto che tutto questo servisse a qualcosa. Risultato? Zero».

Ogni singolo giorno, prosegue nel suo post, «la mafia ha cambiato d’abito, è nella nostra Tv, ci abita accanto nei nostri quartieri belli, è nel nostro lavoro, nella nostra vita, nelle nostre menti, ha smesso di sparare ma ci ha uccisi tutti lo stesso».

Usa parole forti Nanni, nell’intento di scuotere le coscienze di tutti quei personaggi impegnati a fare le loro passerelle auto celebrative, sfuttando nomi illustri di uomini eroi, ma solo per i loro tornaconti, invece di rimboccarsi le maniche per combattere radicalmente la mafia, in tutte le sue sfumature, dai suoi mille tentacoli in continuo movimento.

«Io in questa ricorrenza celebrerò quelli ancora in vita- si legge ancora nella sua nota- quelli che non si sono ancora lasciati andare alla disperazione, quelli che la mafia ha cercato di uccidere togliendogli il diritto alla meritocrazia, al lavoro dignitoso, ad un futuro migliore e sapete qual è il miglior modo per combattere la mafia? Non fare nulla, non fare parte del gioco, della partita; Falcone lo avete ucciso altre mille volte con le vostre manifestazioni vuote, con i vostri premi, con i vostri accordi segreti, con i vostri ricordi ipocriti, con le vostre clientele, con i vostri bandi pubblici ad hoc, con i vostri talk show, con la vostra violenza mascherata, con i vostri ricatti, con le vostre lobby, con le vostre associazioni benefiche, con questo fiume di cocaina che invade ogni angolo del paese, con i vostri libri neri con dentro i nomi di tutti quelli che hanno osato dire in pubblico in questi anni una parola diversa, una parola di vita».

Sabrina Giangrande
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