Per il consulente della Procura, pure lui sentito in incidente probatorio, l’anziano non è capace di provvedere a sé stesso e alla cura della sua persona. Dovevano essere i familiari, insomma, ad accudirlo, anziché come sostengono gli inquirenti ancora in fase di indagini, lasciarlo abbandonato nel garage tra i rifiuti poi posto sotto sequestro. E’ lì che il 70enne mangiava e si lavava in condizioni di assoluto degrado tra muffa, sporcizia, residui di cibo e costretto a dormire su un brandina e un piccolo materasso antigenico. Eppure, l’altro giorno ha tentato di difendere il nipote, sua moglie e il loro figlio, cercando di dipingere quella come una condizione non certamente grave.
Agli occhi di un anziano che ha visto e vissuto in gioventù tempi difficili forse oggi quel garage può sembrare altra cosa, ma la realtà è un’altra. E’ quella impressa sulle foto scattate da chi in quel posto sporco ci è entrato e subito ha capito che il 70enne era proprio lì che viveva, mentre il resto della sua famiglia stava al piano di sopra. A terra, sul pavimento lercio, c’erano i piatti dei pasti dei giorni precedenti. A notarlo nei dintorni dell’abitazione, trasandato che rientrava sempre in quel garage, è stato l’anonimo che non si è tirato in dietro, ma ha allertato le forze dell’ordine e fatto scattare l’inchiesta della Procura.
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